01/07/10
A chi serve la “legge bavaglio”?
di Michele
Se il ddl sulle intercettazioni, già approvato dal Senato, passerà senza modifiche anche alla Camera, impedirà ai cittadini di conoscere quanto di grave avviene nella gestione dei fondi pubblici, si metterà oblio sui rapporti tra politica, massoneria e mafia, cadrà definitivamente il silenzio su quella commistione tra stato e antistato in cui poteri occulti e deviati esercitano il controllo sulle istituzioni per dare parvenza di legalità ad affari illeciti e atti criminali.
Infatti, se fosse stato già legge, nulla sapremmo:
sul mandato di arresto a Cosentino per associazione camorristica;
sul sistema di appalti e sesso alla Tarantini;
su casa Scajola, che sarebbe ancora ministro;
sugli imprenditori che ridevano la notte del terremoto a L’Aquila;
sulle indagini relative all’eolico in Sardegna che riguardano Verdini;
sulle pressioni di Berlusconi all’Agcom per far chiudere Annozero;
sulle indagini per la morte di Stefano Cucchi;
sui rapporti con la ‘ndrangheta dell’ex senatore Di Girolamo;
sull’ex procuratore aggiunto di Roma Achille Toro accusato di fare la talpa.
Inoltre, con estremo ritardo avremmo saputo di Calciopoli, degli scandali finanziari sulle scalate bancarie, dei casi Cirio e Parmalat.
Berlusconi avrebbe voluto addirittura un testo più liberticida perché le intercettazioni telefoniche hanno portato a conoscenza delle raccomandazioni chieste da Berlusconi a Saccà, del tentativo di corruzione di senatori della maggioranza che nel 2007 sosteneva il governo Prodi; inoltre, si è saputo delle cene e della notte trascorsa a palazzo Grazioli dalla registrazione fatta dalla D’Addario, cosa che non sarà più consentito fare di nascosto.
Di seguito l’elenco delle intercettazioni telefoniche che riguardano Berlusconi reperibili in rete (forse ancora per poco tempo).
Nella seguente telefonata tra Berlusconi e Agostino Saccà, allora direttore di Rai Fiction, Saccà chiede a Berlusconi un intervento presso i suoi alleati politici per mettere a posto la situazione nel consiglio di amministrazione della Rai, Berlusconi risponde che provvederà.
Berlusconi chiede a Saccà di mandare in onda una trasmissione voluta da Bossi, e Saccà si lamenta del fatto che ci sono persone che hanno diffuso voci su questo accordo provocandogli problemi.
Berlusconi chiede a Saccà di segnalare le attrici Elena Russo e in particolare Evelina Manna, quest’ultima gli garantirebbe il voto di scambio in senato (ricordiamo che il governo Prodi in Senato si reggeva su una maggioranza di due o tre senatori a vita) perché sta “cercando la maggioranza in senato”, cioè sta cercando di comprare qualche senatore della maggioranza che sosteneva Prodi.
In un’altra telefonata tra Berlusconi e Saccà, Berlusconi parla del ricatto di A.N. e Lega all’UDC che hanno disdetto l’accordo con lui, per questo Berlusconi li definisce "straccioni" e alla fine aggiunge: "purtroppo ho a che fare con questa gente".
Berlusconi chiede di nuovo di sistemare Elena Russo, Saccà lo rassicura che può aiutarlo e cercherà nel frattempo di farle fare qualche lavoretto prima di un altro lavoro le cui riprese erano previste in un tempo più lontano.
Berlusconi parla di Antonella Troise in un una telefonata con Saccà, in cui dichiara che Antonella Troise sta andando in giro a dire cose pazzesche su di lui tanto da considerarla pericolosa, perciò chiede a Saccà un suo intervento invitandolo a chiamarla.
Berlusconi raccomanda Evelina Manna anche in un’altra circostanza, durante la telefonata col produttore televisivo Guido De Angelis invitandolo a chiamarla personalmente.
In un’altra telefonata tra Berlusconi e Guido De Angelis, Berlusconi dice che parte in serata per Roma perché gli hanno chiesto di parlare l'indomani alla Cisl e, siccome Bonanni della Cisl controllava tre senatori che gli sarebbero serviti per far perdere la maggioranza a Prodi in senato, doveva essere presente.
In una telefonata tra Berlusconi e Dell’Utri, Berlusconi gli comunica che Vittorio Mangano ha messo una bomba da "un chilo di polvere nera", cioè poco esplosivo, appena sufficiente per “farsi sentire”.
Nella telefonata tra Berlusconi e Craxi di fine agosto ’83, Craxi si lamenta con Berlusconi per la pessima accoglienza che Indro Montanelli, su “Il Giornale” di proprietà di Berlusconi, ha riservato al suo neonato governo.
Nella telefonata tra Berlusconi e Cuffaro (allora presidente della Regione Sicilia), Berlusconi comunica di aver parlato col Ministro degli Interni per la questione delle indagini e che tutto sta andando per il meglio. Si fa riferimento alle indagini su Cuffaro, accusato del reato di concorso esterno in associazione mafiosa nell'ambito dell'inchiesta sui rapporti tra il clan di Brancaccio e ambienti della politica locale.
La telefonata tra Bruno Vespa e Salvatore Sottile, portavoce di Gianfranco Fini, ha come oggetto gli argomenti da trattare che vengono stabiliti dal conduttore insieme ai politici alleati di Berlusconi, e ovviamente la “scaletta” del programma è dettata secondo i gradimenti di Fini e Berlusconi.
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