di Michele
Nemmeno il tempo di ritornare dalle vacanze, per chi ha avuto il privilegio di andarci in vacanza, che si torna subito a parlare di mobilitazione contro un governo eversivo, piduista, xenofobo e razzista, che sta facendo macelleria sociale e soprattutto contro il suo capo che si è messo in politica per:
curare gli interessi delle aziende di famiglia e salvare il suo monopolio televisivo privato, data l’incostituzionalità della legge Mammì fatta dal suo amico Craxi che gli consentiva di mantenere le tre reti televisive;
coprirsi tramite una sorte di scudo giudiziario dai suoi problemi con la giustizia;
raccogliere l’eredità politica lasciata da Craxi;
fare da referente politico di Cosa Nostra, su richiesta di Dell’Utri.
Come per il No B Day del 5 dicembre 2009, anche questa volta la manifestazione prevista per il prossimo 2 ottobre sembra essere partita dal web:
la prima pagina Facebook che parla di “No Berlusconi Day 2” è nata il 13 agosto;
la nota dell’appello sulla pagina Facebook più numerosa de “Il popolo viola”, per intenderci quella che fa riferimento al “Santo” ( San Precario), è comparsa il giorno 17 agosto e subito dopo è nato il blog dell’evento;
il giorno 18 agosto sul blog di Di Pietro viene comunicata l’adesione dell’IDV.
Il tam tam in rete è quindi subito partito alla grande, anche questa volta tra le adesioni ci sono esponenti del PD, come Ignazio Marino, e non solo a titolo personale, infatti aderisce “Insieme per il PD” tra i cui sostenitori ci sono gli onorevoli: Argentin, Gozi, Sarubbi, Lumia, Gottardi.
Quelli del “Santo” hanno di nuovo colto nel segno o è una storia già scritta?
L’appello poi fa sorgere il dubbio che ci sia qualcuno che suggerisce o qualcuno che copia; in esso si legge:
“ Per lasciarci alle spalle la lunga e drammatica fase storica del berlusconismo, iniziata nel ’94 con la nascita di Forza Italia sostenuta dalla mafia, non bastano le dimissioni di Berlusconi e del governo: occorre operare un radicale cambiamento delle condizioni politiche e culturali che ne hanno favorito la nascita e lo sviluppo, in particolare attraverso il ricorso ai mezzi di informazione di proprietà di Berlusconi sin dalla sua “discesa in campo”.
Per questo chiediamo che dopo le dimissioni di Berlusconi si operi tempestivamente 1) per la modifica dell’attuale legge elettorale e 2) per una nuova legge sul conflitto di interessi che impedisca il riproporsi dei nuovi Berlusconi.
E poi subito al voto per nuove elezioni libere e democratiche. ”
E’ anche quello che chiede Di Pietro.
Per il No B day ci fu l’annuncio in conferenza stampa, appena fu lanciato in rete, di Di Pietro e Ferrero, i quali nei giorni successivi continuarono a precisare che la manifestazione non veniva promossa da loro ma dal “popolo della Rete”. Poi si è visto che quello che contava in rete era la pagina Facebook del “Santo”, un despota che ha adottato metodi tutt’altro che democratici, mentre il comitato organizzatore non ascoltava le proposte sui contenuti di utenti attivi tramite Facebook e che parteciparono di persona ad alcune riunioni di preparazione all’evento. L’IDV si occupò di fornire il palco (potendo disporre di fondi provenienti dai rimborsi elettorali), mentre Comunisti Italiani e Rifondazione favorirono la mobilità contribuendo al pagamento di circa 200 pullman da tutta Italia.
Dunque la storia sta per ripetersi, ma si può comunque prendere il lato buono di una mobilitazione dal basso al di là del colore e della vanità dei personaggi che vogliono fare i protagonisti.
L'importante è che ci sia una mobilitazione dal basso.
Forse oggi quello che fa più paura ai falsi profeti della politica è proprio il risveglio di una parte della società civile. Infatti, adesso la politica è ad una finta svolta, la stessa che ha segnato il passaggio da Vito Ciancimino a Dell'Utri, da Craxi a Berlusconi.
Nel cosiddetto “terzo polo” di Casini, Fini e Rutelli, c'è solo l'impronta gattopardesca di chi non vuole colpire il berlusconismo, ovvero un modello culturale degradato e degradante, ma sostituire Berlusconi con un altro simile sotto l’aspetto della questione morale.
Invece, c’è bisogno di volti nuovi tra coloro che si sono distinti per la loro passione civica e anche del fermento dei movimenti di piazza; la mobilitazione delle idee, nel segno di un rinnovamento culturale, parte soprattutto dal basso, perciò i movimenti hanno un ruolo importante, mentre da ripudiare sono i protagonismi e gli atteggiamenti che niente hanno a che vedere con ciò che a parole si dice di voler combattere.
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