di Michele
Berlusconi si è messo in politica per:
curare gli interessi delle aziende di famiglia e salvare il suo monopolio televisivo privato, data l’incostituzionalità della legge Mammì fatta dal suo amico Craxi che gli consentiva di mantenere le tre reti televisive;
coprirsi tramite una sorte di scudo giudiziario dai suoi problemi con la giustizia;
raccogliere l’eredità politica lasciata da Craxi;
fare da referente politico di Cosa Nostra, su richiesta di Dell’Utri.
Di nuovo Berlusconi non ha portato niente, il suo disegno politico è stato seguire la strada del suo maestro Licio Gelli, capo della P2 di cui Berlusconi era tesserato con numero di tessera 1816 e, facendo sue tante idee del piano di Rinascita Democratica, sta attentando ai principi fondanti della Costituzione come: l’autonomia e indipendenza della magistratura, la libertà di manifestazione del pensiero e di stampa, l’uguaglianza di tutti cittadini di fronte alla legge.
Allora, cosa è cambiato in 16 anni di berlusconismo?
Nell’interesse di tutti gli italiani di meglio c’è stato niente.
E gli altri che hanno governato cosa hanno fatto?
Sicuramente meglio nell’interesse generale dell’Italia.
Il debito pubblico è aumentato vertiginosamente sotto la guida di Berlusconi e Tremonti, a differenza di quando spettava agli altri risanare l’economia del Paese, come mostra la tabella seguente:
Riguardo il Prodotto Interno Lordo i numeri parlano chiaro, come mostra il seguente video:
Come se non bastasse, continuiamo a sentire da 16 anni che Berlusconi è vittima di un complotto giudiziario, eppure non c'è alcuna prova di ciò che afferma, al contrario non è uscito innocente da quasi tutti i suoi processi (Caso Mills, lodo Mondadori, tangenti alla Guardia di Finanza, Caso All Iberian, ecc.) ma solo amnistiato, prescritto o non condannato per insufficienza di prove o perchè non ritenuto diretto responsabile, oppure perchè il fatto non è più previsto dalla legge come reato (falso in bilancio per le società off-shore nel procedimento All Iberian 2), oltre alle altre leggi fatte per impedire ai suoi processi di giungere a conclusione, riducendo i termini di prescrizione o rinviandoli all'infinito.
Se Berlusconi avesse trovato davvero le “toghe rosse” a Milano, la prescrizione per concessione delle attenuanti generiche (lodo Mondadori) e le assoluzioni con formula dubitativa (caso Medusa, processo Sme) potevano essere condanne definitive per il signor Berlusconi.
22/12/10
I 'fascisti del nuovo secolo'
di Michele
Mettere a tacere il dissenso, impedire la libera espressione del pensiero, diritto sancito dalla Costituzione, è ciò che in questi giorni autorevoli esponenti del Governo e del PDL hanno mostrato in maniera palese persino con toni aggressivi, insulti e provocazioni.
Giovedì scorso ad Anno Zero, ha cominciato a provocare, con l’intenzione di censurare e scaldare gli animi, il cosiddetto Ministro della difesa, La Russa, orgoglioso di essere chiamato fascista; il sindaco di Roma Alemanno ha disposto l’estensione della cosiddetta “zona rossa”, cioè l’area inaccessibile ai manifestanti nel centro di Roma; il sottosegretario al Ministero degli Interni, Mantovano, d’accordo col ministro Maroni, ha proposto a scopo preventivo di estendere il D.A.SPO. (divieto di accedere alle manifestazioni sportive) anche alle manifestazioni di piazza; il ministro Alfano ha inviato gli ispettori al tribunale di Roma contro il provvedimento di scarcerazione di alcuni studenti fermati negli scontri del 14 dicembre, confermando l’azione piduista dell’esecutivo guidato da Berlusconi di sostituirsi alle competenze esclusive della magistratura, più volte rivendicata come legittima pur essendo una pratica da regimi sudamericani al di fuori del nostro ordinamento; infine Gasparri, capogruppo dei senatori del PDL, ha completamente delirato con la proposta di arrestare preventivamente alcuni studenti solo perché si ipotizza possano commettere reati, senza che nemmeno si siano avute notizie di reato in cui siano coinvolti, alla faccia del garantismo e libertà di cui si sciacquano la bocca certa gente nel PDL.
Insomma, stanno usando metodi da squadristi per mettere il bavaglio a qualsiasi espressione del pensiero critica nei loro confronti, gente di tale levatura culturale non è altro che estrazione della mentalità e cultura fascista: durante il regime fascista usavano olio di ricino per chiudere la bocca a chi esprimeva dissenso, oggi la strategia di quelli che definisco i ‘fascisti del nuovo secolo’ è di censurare le voci critiche attraverso la repressione, dopo aver occupato la maggior parte degli spazi informativi e tentato di occupare quelli che ancora non sono sotto il loro diretto controllo e/o proprietà di famiglia Berlusconi.
Le provocazioni di questi giorni degli esponenti di governo e del PDL vanno lette come il tentativo di imbavagliare il libero pensiero, ma c’è un altro aspetto della strategia comunicativa che hanno attuato: vogliono spostare l’attenzione dalle ragioni della protesta a questioni di ordine pubblico. Ciò perché, fin quando le proteste sono state pacifiche e senza il minimo disordine, i signori del Governo non hanno minimamente ascoltato gli studenti, se ne sono fregati di aprire un dialogo con loro, se ne sono fregati di sentire e analizzare le loro richieste; adesso che le proteste, le agitazioni e le manifestazioni stanno facendo rumore, mostrandosi agli occhi di tutti, si vuole etichettarle come azioni teppistiche di violenti e non di studenti di buona famiglia costrette anche ai sacrifici per far studiare i ragazzi.
Dunque, oltre alla censura del dissenso, l’obbiettivo dei neo fascisti al governo è quello di criminalizzare la protesta per non dare spazio alle motivazioni degli studenti, da ciò nascono le provocazioni di questi giorni che servono a surriscaldare gli animi in modo da poter reprimere la protesta con la forza.
Nel video sopra riportato Marco Travaglio ha avanzato anche un altro motivo per cui a suo parere si sta attuando la strategia della tensione. Spiega Travaglio che il Governo per durare fino alla fine della legislatura ha bisogno di un clima di tensione al fine di ottenere l’appoggio in Parlamento di altri gruppi attualmente all’opposizione, in particolare l’UDC, proprio perché quando c’è un’emergenza nazionale, nel fare alleanze del tutto disomogenee, si mettono da parte le contrapposizioni ideologiche, politiche o le individuali valutazioni opportunistiche; infatti, in quel caso l’interesse nazionale apparentemente sta sopra di ogni altra cosa, pure al di sopra delle compravendite dei singoli deputati. Però, dietro l’alibi dell’interesse nazionale si nasconde il fatto che una situazione del genere sarebbe grande fonte di guadagno per l’acquirente nella campagna acquisti in Parlamento, soprattutto in termini di minimo esborso; a guadagnare di meno saranno quelli che non hanno ceduto alle offerte in vista del voto di fiducia del 14 dicembre ma che, secondo Berlusconi, sarebbero disposti comunque a venire in suo soccorso… si sa che tutto ha un prezzo, a parte i nobili sentimenti, l’etica e la dignità umana che non contano e perciò non hanno alcun valore per i berlusconiani.
14/12/10
Verso le elezioni in primavera
Per 3 voti la sfiducia al governo Berlusconi è stata respinta alla Camera.
314 No alla sfiducia contro 311 SI, 2 astenuti, 2 non hanno partecipato al voto.
Contro la sfiducia e quindi a favore della maggioranza hanno votato:
i 235 deputati del Pdl,
i 59 della Lega,
11 di Noi Sud (non ha votato Antonio Gaglione);
Francesco Nucara,
Francesco Pionati,
Maurizio Grassano,
Gianpiero Catone,
Maria Grazia Siliquini,
Catia Polidori,
Domenico Scilipoti,
Bruno Cesario e
Massimo Calearo.
A favore della sfiducia si sono espressi:
i 206 deputati del Pd;
i 22 dell’Idv;
i 35 dell’Udc;
31 di Fli;
i 6 di Api;
i 2 Liberaldemocratici;
i 5 Mpa e
Giorgio La Malfa,
Giuseppe Giulietti,
il rappresentante della Valle d’Aosta Rolando Nicco e
Paolo Guzzanti.
Astenuti i due esponenti della Svp.
Come prassi non ha votato il presidente della Camera Gianfranco Fini.
Catone, Siliquini e Polidori sono i 3 voti in più per Berlusconi arrivati dal gruppo FLI dei finiani, mentre non ha votato Moffa che è l'altro voto in meno alla sfiducia giunto dal gruppo FLI.
Oltre ai 3 finiani appena citati, la campagna acquisti pro Berlusconi degli ultimi giorni ha portato dalla sua parte i voti dei deputati:
Razzi (ex Idv passato al gruppo Noi Sud),
Scilipoti (ex Idv passato al gruppo misto),
Calearo (ex PD, poi Api, passato al gruppo misto),
Cesario (ex PD, poi Api, passato al gruppo misto).
Grassano (gruppo dei Liberaldemocratici di Daniela Melchiorre).
Adesso il governo è nelle mani di chi si è venduto, non c'è una maggioranza politica, gli unici che godono della situazione sono i leghisti, e peggio di così non poteva andare per il paese e la democrazia.
09/12/10
Il governo del manganello colpisce di nuovo gli inermi
Un'aggressione gratuita della polizia, del tutto immotivata che si è conclusa con il fermo violento e l'arresto di due ragazzi colpevoli "di niente", se non di prender parte a un'iniziativa ciclistica e ambientalista che si chiama critical mass.
E' quello che è successo a Napoli ai margini delle rituali celebrazioni dell' 8 dicembre in piazza del Gesù, una piazza completamente e incomprensibilmente blindata. Un gruppo di studenti universitari è riuscito ad entrare in piazza e ad aprire lo striscione "Obelisco Precario" per ironizzare sulle precarie condizioni dell'obelisco del Gesù in analogia con le proprie prospettive di vita. Qualcuno non deve aver digerito questo blitz assolutamente pacifico!
Quando gli studenti sono usciti tranquillamente dalla piazza i cordoni di polizia e carabinieri li hanno seguiti, trovando su Calata Trinità Maggiore un gruppo di ciclisti della critical Mass che si apprestavano a partire per un giro in bicicletta nel centro storico di Napoli, per mettere in scena il "presepe morente". Alcuni dei ciclisti infatti erano in maschera per mostrare il declino della città.
A quel punto i carabinieri e la polizia hanno aggredito e fermato senza motivo due dei partecipanti, Alfonso che di mestiere fa l'animatore e Ana una studentessa brasiliana, semplicemente perchè erano, inermi, sulla loro strada.
Sono poi seguite una serie di cariche mentre gli studenti si raggruppavano e protestavano per i fermi, provenendo dall'Università dove c'era un incontro con Luigi Lo Cascio sul tema dell'attacco alla cultura e del film i "Cento Passi". A quel punto un corteo arrabbiato, improvvisato e sconcertato ha percorso le strade del centro, bloccando le strade, per arrivare sotto la Questura in via Medina, dove si è unito in presidio agli altri studenti che erano in piazza e ai movimenti dei disoccupati, che erano in presidio a piazzetta Monteoliveto e che hanno solidarizzato coi giovani fermati. C'era in particolare preoccupazione per la ragazza, che è stata sbattuta in terra nel fermo, mentre le veniva distrutta la bicicletta! Subito dopo la notizia ancora più incredibile che i fermi si erano tradotti in arresto!!
Questo video illustra con chiarezza quello che è successo! La polizia li aggredisce mentre sono del tutto fermi e innocui e, senza che abbiano fatto assolutamente niente, una ragazza è fermata, poi portata via e stesa violentemente in terra. Ana nel video è la ragazza che compare subito in primo piano con i pantaloni viola e una maschera di bisonte sul manubrio della bicicletta. Viene varie volte spintonata dai carabinieri e poi fermata e trascinata via dal dirigente (unico col casco celeste... il fermo avviene nel punto più lontano dalla ripresa, si vede Ana portata via verso piazza del Gesu' e dopo si intravede una gamba mentre è stesa in terra). Più testimoni confermano che è stata anche strattonata più volte per i capelli. Il suo fermo e quello di un altro ciclista anch'egli inerme verranno poi addirittura tramutati in arresto!!
Intanto, immediatamente dopo il fermo parte la carica contro gli studenti e la gente protesta per la vergognosa operazione!
Stamattina 9 dicembre i due ragazzi sono attesi dal processo per direttissima e ci sarà un presidio sotto al tribunale di Napoli.
22/11/10
EMERGENCY: NON TOCCATE IL NOSTRO 5x1000
Se entrerà in vigore la nuova "Legge per la stabilità" che mette un tetto al 5 per 1000, tutte le organizzazioni del terzo settore (cooperative sociali, associazioni di promozione sociale, associazioni di volontariato, ONG, ONLUS, ecc.) subiranno un taglio dei fondi del 75%.
Negli scorsi giorni, i giornali hanno riportato la notizia che la Commissione Bilancio della Camera dei Deputati ha esaminato il testo della nuova "legge per la stabilità". Tale legge limiterebbe a 100 milioni di euro i fondi da destinare al "5 per 1000" con una riduzione del 75% rispetto all'importo dell'anno precedente. Tale ulteriore taglio si aggiunge a quelli effettuati al bilancio della cooperazione internazionale italiana, ai contributi alle istituzioni internazionali che aiutano i paesi in via di sviluppo e a quelli per la ricerca scientifica, universitaria e sanitaria.
Questi tagli si ripercuotono significativamente sull'operatività delle organizzazioni del terzo settore, che hanno dimostrato una professionalità molto elevata, oggetto di apprezzamento in Italia e all'estero.
Tagliare i fondi a disposizione del "5 per 1000" significherebbe anche limitare drasticamente la libertà dei cittadini di decidere come destinare la propria quota dell'imposta sui redditi direttamente a sostegno degli operatori del terzo settore.
Per queste ragioni ci si sta muovendo per chiedere al Parlamento Italiano di intervenire per eliminare, nel testo della legge di prossima discussione, il tetto di 100 milioni di euro da destinare al "5 per 1000" per l'anno 2011, ripristinando quanto meno l'importo dei fondi previsti nell'anno 2010.
Ti chiediamo una mano: per dare più forza alla nostra richiesta serve anche la tua firma. Se sei d'accordo con noi, sottoscrivi l'appello su www.iononcisto.org.
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20/11/10
LA SENTENZA DI CONDANNA DEL SENATORE DELL'UTRI
IN NOME DEL POPOLO ITALIANO
IL TRIBUNALE DI PALERMO
II SEZIONE PENALE
Riunito in camera di consiglio e composto dai sigg.ri:1) Dott. Leonardo Guarnotta, presidente
2) Dott.ssa Gabriella Di Marco, Giudice est.
3) Dott. Giuseppe Sgadari, Giudice est.
alla pubblica udienza dell'11 dicembre 2004 ha pronunciato e pubblicato mediante lettura del dispositivo la seguente
SENTENZA
1) DELL'UTRI MARCELLO, nato a Palermo l'11 settembre 1941, residente in Milano, Segrate MI/2, Via fratelli Cervi, Residenza xxx
LIBERO-ASSENTE
2) CINA' GAETANO, nato a Palermo il 26 settembre 1930, ivi
residente in Via Gaetano xxx
LIBERO-CONTUMACE
IMPUTATI
DELL'UTRI MARCELLOA) del delitto di cui agli artt. 110 e 416 commi 1, 4 e 5 c.p., per avere concorso nelle attività della associazione di tipo mafioso denominata "Cosa Nostra", nonch nel perseguimento degli scopi della stessa, mettendo a disposizione della medesima associazione l'influenza ed il potere derivanti dalla sua posizione di esponente del mondo finanziario ed imprenditoriale, nonch dalle relazioni intessute nel corso della sua attività, partecipando in questo modo al mantenimento, al rafforzamento ed alla espansione della associazione medesima.
E così ad esempio:
1. partecipando personalmente ad incontri con esponenti anche di vertice di Cosa Nostra, nel corso dei quali venivano discusse condotte funzionali agli interessi della organizzazione;
2. intrattenendo, inoltre, rapporti continuativi con l'associazione per delinquere tramite numerosi esponenti di rilievo di detto sodalizio criminale, tra i quali Bontate Stefano, Teresi Girolamo, Pullarà Ignazio, Pullarà Giovanbattista, Mangano Vittorio, Cinà Gaetano, Di Napoli Giuseppe, Di Napoli Pietro, Ganci Raffaele, Riina Salvatore;
3. provvedendo a ricoverare latitanti appartenenti alla detta organizzazione;
4. ponendo a disposizione dei suddetti esponenti di Cosa Nostra le conoscenze acquisite presso il sistema economico italiano e siciliano.
Così rafforzando la potenzialità criminale dell'organizzazione in quanto, tra l'altro, determinava nei capi di Cosa Nostra ed in altri suoi aderenti la consapevolezza della responsabilità di esso DELL'UTRI a porre in essere (in varie forme e modi, anche mediati) condotte volte ad influenzare - a vantaggio della associazione per delinquere - individui operanti nel mondo istituzionale, imprenditoriale e finanziario.
Con l'aggravante di cui all'articolo 416 comma quarto c.p., trattandosi di associazione armata.
Con l'aggravante di cui all'articolo 416 comma quinto c.p., essendo il numero degli associati superiore a 10.
Reato commesso in Palermo (luogo di costituzione e centro operativo della associazione per delinquere denominata Cosa Nostra), Milano ed altre località, da epoca imprecisata sino al 28.9.1982
B)del delitto di cui agli artt. 110 e 416 bis commi 1, 4 e 6 c.p., per avere concorso nelle attività della associazione di tipo mafioso denominata "Cosa Nostra", nonch nel perseguimento degli scopi della stessa, mettendo a disposizione della medesima associazione l'influenza ed il potere derivanti dalla sua posizione di esponente del mondo finanziario ed imprenditoriale, nonch dalle relazioni intessute nel corso della sua attività, partecipando in questo modo al mantenimento, al rafforzamento ed alla espansione della associazione medesima.
E così ad esempio:
1. partecipando personalmente ad incontri con esponenti anche di vertice di Cosa Nostra, nel corso dei quali venivano discusse condotte funzionali agli interessi della organizzazione;
2. intrattenendo, inoltre, rapporti continuativi con l'associazione per delinquere tramite numerosi esponenti di rilievo di detto sodalizio criminale, tra i quali, Pullarà Ignazio, Pullarà Giovanbattista, Di Napoli Giuseppe, Di Napoli Pietro, Ganci Raffaele, Riina Salvatore, Graviano Giuseppe;
3. provvedendo a ricoverare latitanti appartenenti alla detta organizzazione;
4. ponendo a disposizione dei suddetti esponenti di Cosa Nostra le conoscenze acquisite presso il sistema economico italiano e siciliano.
Così rafforzando la potenzialità criminale dell'organizzazione in quanto, tra l'altro, determinava nei capi di Cosa Nostra ed in altri suoi aderenti la consapevolezza della responsabilità di esso DELL'UTRI a porre in essere (in varie forme e modi, anche mediati) condotte volte ad influenzare - a vantaggio della associazione per delinquere - individui operanti nel mondo istituzionale, imprenditoriale e finanziario.
Con le aggravanti di cui ai commi 4 e 6 dell'art. 416 bis c.p., trattandosi di associazione armata e finalizzata ad assumere il controllo di attività economiche finanziate, in tutto o in parte, con il prezzo, il prodotto o il profitto di delitti.
Reato commesso in Palermo (luogo di costituzione e centro operativo dell'associazione per delinquere denominata Cosa Nostra), Milano ed altre località, dal 28.9.1982 ad oggi.
CINA' GAETANO:
del delitto di cui all'art. 416 c.p. per avere - in concorso con
numerose altre persone ed, in particolare, Bontate Stefano, Teresi
Girolamo, Citarda Benedetto, Mangano Vittorio - fatto parte
dell'associazione mafiosa denominata "Cosa Nostra" o per
risultare, comunque, stabilmente inserito nella detta associazione,
in numero superiore a 10 persone, e per essersi avvalso della forza
di intimidazione derivante dal vincolo associativo e dalla condizione
di assoggettamento e di omertà che ne deriva per commettere reati contro la vita, l'incolumità individuale, contro la libertà personale, contro il patrimonio, per realizzare profitti o vantaggi ingiusti
Con l'aggravante di cui all'art. 416 comma quinto c.p., trattandosi
di associazione armata.
Con l'aggravante di cui all'art. 416 comma quinto c.p., essendo
il numero degli associati superiore a 10.
In Palermo, Milano ed altrove, sino all'entrata in vigore della
L.13/09/1982 n646.
D) associazione per delinquere di tipo mafioso (artt. 112 nr.1 e 416 bis c.p.)
per avere, in concorso con numerose altre persone - tra cui Mangano Vittorio, Di Napoli Giuseppe, Di Napoli Pietro, Cancemi Salvatore, Ganci Raffaele, Riina Salvatore, Pullarà Ignazio, Pullarà Giovan Battista, Madonia Francesco - fatto parte dell'associazione mafiosa denominata "Cosa Nostra" o per risultare, comunque, stabilmente inserito nella detta associazione, in numero superiore a 5 persone e per essersi avvalso della forza di intimidazione derivante dal vincolo associativo e dalla condizione di assoggettamento e di omertà che ne deriva per commettere reati contro la vita, l'incolumità individuale, contro la libertà personale, contro il patrimonio e, comunque, per realizzare profitti o vantaggi ingiusti nonch per intervenire sulle istituzioni e sulla pubblica amministrazione.
Con l'aggravante di cui all'art. 416 bis comma quarto c.p., trattandosi di associazione armata.
Con l'aggravante di cui all'art. 416 bis comma sesto c.p., trattandosi di attività economiche finanziate in parte con il prezzo, il prodotto ed il profitto di delitti.
In Palermo, Milano ed altre località in territorio italiano, dall'entrata in vigore della L. 13/9/1982 nr. 646 ad oggi.
...omissis...
P.Q.M.
Visti gli artt. 110, 416, 416 bis C.P., 533, 535 C.P.P.;DICHIARA
DELL'UTRI MARCELLO e CINA' GAETANO colpevoli dei reati loro rispettivamente contestati e, ritenuta la continuazione tra gli stessi,CONDANNA
DELL'UTRI MARCELLO alla pena di anni nove di reclusione e CINA' GAETANO alla pena di anni sette di reclusione ed entrambi, in solido, al pagamento delle spese processuali, nonch il CINA' anche a quelle del proprio mantenimento in carcere durante la custodia cautelare.Visti gli artt. 28, 29,32 e 417 c.p.,
DICHIARA
Entrambi gli imputati interdetti in perpetuo dai pubblici uffici, nonch in stato di interdizione legale durante l'esecuzione della pena.APPLICA
A ciascuno degli imputati la misura di sicurezza della libertà vigilata per la durata di anni due, da eseguirsi a pena espiata.Visti gli artt. 539 e 541 c.p.p.,
CONDANNA
Entrambi gli imputati in solido al risarcimento dei danni in favore delle costituite parti civili, Provincia Regionale di Palermo e Comune di Palermo, da liquidarsi in separato giudizio, rigettando le richieste di pagamento di provvisionali immediatamente esecutive.Condanna, infine, gli imputati in solido al pagamento delle spese sostenute dalle medesime parti civili che liquida in complessivi euro ventimila per il Comune di Palermo ed euro cinquantamila per la Provincia Regionale di Palermo, somme comprensive di onorari e spese.
Visto l'art. 544, comma 3, C.P.P.,
indica in giorni novanta il termine per il deposito della sentenza.
Palermo, 11 dicembre 2004.
I GIUDICI ESTENSORI
Gabriella Di Marco
Giuseppe Sgadari
Il PRESIDENTE
L. Guarnotta
IL LINK ALLA SENTENZA INTEGRALE
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20/10/10
Siamo tutti Pino Maniaci
L'associazione Rita Atria mi perdonerà se prendo a prestito questo loro slogan, coniato per sostenere il coraggioso giornalista, ma è l'espressione che meglio di tutte rappresenta il pensiero di tanta gente onesta. Quante siano esattamente le persone disposte a sostenerlo sempre pubblicamente non lo so con esattezza, è sempre facile osannare una persona quando si trova su un palco a ricevere un premio o quando un suo articolo “buca” l'attenzione, più difficile trovare gente disposta a sacrificare la propria sicurezza e l'incolumità pur di sostenere sempre il principio della legalità.
Per questi ultimi sicuramente Pino Maniaci è un esempio, la dimostrazione che non si può sempre aspettare che le cose piovano dall'alto ma che bisogna essere in prima linea a muoversi e rischiare in virtù delle proprie convinzioni. Pino non ha mai lesinato su questo.
Non lo ha fatto due anni fa quando un quaquaraqua mafioso lo ha riempito di botte, non ci ha neppure pensato quando gli hanno dato fuoco all'auto o anche dopo aver collezionato un numero considerevole di minacce.
Ma ormai si sa, Pino Maniaci è un giornalista strano, almeno se raffrontato con molti suoi colleghi molto più blasonati – e pagati – che si abbassano a qualsiasi compromesso pur di non incappare in problemi. Pino i problemi sembra se li vada a cercare.
Ultimamente si sta interessando della strana vicenda di amministratori locali amici di boss e dei terreni confiscati a questi boss. Notizie che scottano.
In una lettera anonima gli hanno intimato di tacere e lasciare la sua Partinico (PA), hanno coinvolto nelle minacce anche la famiglia del giornalista.
Gli affetti, ecco a cosa si devono attaccare gli uomini del disonore di cosa loro. Senza pudore, senza alcun onore, dei pezzi di merda senza mezzi termini.
Esprimo la più sincera e incondizionata solidarietà a questo straordinario uomo, prima che brillante professionista. A lui va tutta la mia stima e la promessa che non abbasseremo lo sguardo sulla vicenda, CHI TOCCA PINO MANIACI TOCCA TUTTI NOI.
A conti fatti alle famiglie Fardazza, Vitale e Lo Piccolo (i quaquaraqua di cui sopra) non converrà toccarlo, noi sapremo chi andare a indicare come colpevoli, non taceremo.
Questa è la NOSTRA irrevocabile sentenza e non ci saranno appelli.
Forza Pino, noi oggi siamo tutti Pino Maniaci.
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08/10/10
All'università a lezione di negazionismo
Claudio Moffa è un docente dell'Università di Teramo. Un professore con idee antistoriche e pretestuose che durante le sue lezioni insegna che la Shoah è tutta una bufala. Il partito di Forza Nuova, ovviamente, difende a spada tratta il professore.
La lezione incriminata si è tenuta il 25 settembre in un'aula della facoltà di scienze politiche e non era assolutamente la prima volta che accadeva, già nel 2007 il prof Moffa aveva invitato a partecipare alle sue lezioni Robert Faurisson, un saggista francese che da sempre sostiene con veemenza il negazionismo più assoluto per i fatti che riguardano lo sterminio ebreo durante l'epoca nazista. Per fortuna nell'occasione il collegio accademico aveva impedito lo svolgersi della lezione.
Ma è possibile che venga garantito a chiunque il diritto di abiurare la storia per il solo fatto di avere il titolo di "prof" ?
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06/10/10
Verità per Stefano, prima che giustizia
Il caso Cucchi non è chiuso. O almeno non lo è nelle coscienze di chi ha avuto parte alla vicenda e nel cuore dei familiari, che ancora piangono una morte senza senso.
Ilaria Cucchi torna a chiedere verità per la morte inspiegabile del fratello Stefano. Lo torna a chiedere dopo che una controversa perizia medico legale esclude responsabilità esterne di quella che ora si vorrebbe far credere essere una morte naturale. Naturale come un pestaggio in piena regola degno di una banda di teppisti.
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Ilaria Cucchi torna a chiedere verità per la morte inspiegabile del fratello Stefano. Lo torna a chiedere dopo che una controversa perizia medico legale esclude responsabilità esterne di quella che ora si vorrebbe far credere essere una morte naturale. Naturale come un pestaggio in piena regola degno di una banda di teppisti.
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28/09/10
Napoli: attaccati giornalisti e manifestanti presenti alla contestazione a Maroni
da meridionalismo.it
Domani pochi giornali parleranno di quel che è accaduto, ne sono sicuro. Il perché è lampante: non viviamo più in un paese libero. Del resto persino la Freedom House classifica per libertà di stampa nel 2010 l’Italia al 72º posto, tra i paesi Partly Free, insieme a Benin, India e Hong Kong.
Ma facciamo un passo indietro. Questa mattina diversi movimenti meridionalisti (tra cui Insieme per la Rinascita e Altro Sud) assieme a Francesco Emilio Borrelli (Verdi) e Gino Sorbillo, si sono recati al di fuori del Castel dell’Ovo per compiere un volantinaggio pacifico contro le ultime offese razziste dell’On.Bossi; in più il gruppetto di manifestanti aveva da subito attirato l’attenzione dei passanti dal momento che distribuivano gratuitamente mozzarelle ai passanti. Il motivo della location scelta era ben preciso: stamane il Ministro Maroni incontrava una delegazione di industriali presso il suddetto castello. La manifestazione sin da subito si palesava come ad alto contenuto ironico vista l’accoglienza compiaciuta di tutti i passanti. Ma ben presto la quiete si è trasformata in tempesta. In un primo momento un cordone di poliziotti vietava l’ingresso ai “facinorosi”; di lì a poco Francesco Emilio Borrelli veniva invitato ad allontanarsi. Dopo il suo rifiuto le forze dell’ordine lo hanno accerchiato con l’intenzione di arrestarlo; addirittura un poliziotto prontamente giustificava il tentativo di arresto asserendo ”tu mi hai dato un gancio nello sterno”, il che non corrispondeva alla realtà. Fortunatamente l’arrivo di alcuni fotografi che stavano intanto immortalando la scena, ha evitato l’arresto.
Dopo nemmeno dieci minuti usciva dal Castello un giornalista de “Il Mattino” esterefatto: lo avevano identificato dopo che si era “permesso” di chiedere chiarimenti a Maroni in merito ad alcune imprecisazioni esternate dal Ministro in merito al numero di superlatitanti ancora in circolazione (ovvero 13 e non 3 come asserito da Maroni). Schifato dall’accaduto il suddetto giornalista lasciava la location per recarsi alla sede del suo giornale. Di lì a poco delle grida e un pianto attiravano l’attenzione di molti presenti; dopo cinque minuti si veniva a sapere che una giornalista di sky tg24 era stata letteralmente sollevata e scaraventata via dalle guardie del corpo del Ministro, dopo aver tentato di porgli alcune domande. In queste ore è ricoverata al Loreto Mare per accertamenti: si teme abbia avuto problemi alle costole.
Alla luce di tutto ciò Francesco Ciappa ed il sottoscritto Luca Antonio Pepe, esponenti del movimento meridionalista Insieme per la Rinascita, abbandonavamo prontamente la scena per non incorrere in ulteriori guai. Ma arrivati vicino l’auto ci accorgevamo che tre esponenti della Digos ci avevano inseguito. Dopo essersi identificati chiedevano con foga i nostri documenti per identificarci; e dopo essersi presi i nostri dati con scherno asserivano ”ragazzi dopo tutto la manifestazione era simpatica”: oltre il danno pure la beffa.
Vorrei chiudere questo resoconto citando l’art.21 della Costituzione: ” Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione.La stampa non può essere soggetta ad autorizzazioni o censure”.
Di Luca Antonio Pepe
Domani pochi giornali parleranno di quel che è accaduto, ne sono sicuro. Il perché è lampante: non viviamo più in un paese libero. Del resto persino la Freedom House classifica per libertà di stampa nel 2010 l’Italia al 72º posto, tra i paesi Partly Free, insieme a Benin, India e Hong Kong.
Ma facciamo un passo indietro. Questa mattina diversi movimenti meridionalisti (tra cui Insieme per la Rinascita e Altro Sud) assieme a Francesco Emilio Borrelli (Verdi) e Gino Sorbillo, si sono recati al di fuori del Castel dell’Ovo per compiere un volantinaggio pacifico contro le ultime offese razziste dell’On.Bossi; in più il gruppetto di manifestanti aveva da subito attirato l’attenzione dei passanti dal momento che distribuivano gratuitamente mozzarelle ai passanti. Il motivo della location scelta era ben preciso: stamane il Ministro Maroni incontrava una delegazione di industriali presso il suddetto castello. La manifestazione sin da subito si palesava come ad alto contenuto ironico vista l’accoglienza compiaciuta di tutti i passanti. Ma ben presto la quiete si è trasformata in tempesta. In un primo momento un cordone di poliziotti vietava l’ingresso ai “facinorosi”; di lì a poco Francesco Emilio Borrelli veniva invitato ad allontanarsi. Dopo il suo rifiuto le forze dell’ordine lo hanno accerchiato con l’intenzione di arrestarlo; addirittura un poliziotto prontamente giustificava il tentativo di arresto asserendo ”tu mi hai dato un gancio nello sterno”, il che non corrispondeva alla realtà. Fortunatamente l’arrivo di alcuni fotografi che stavano intanto immortalando la scena, ha evitato l’arresto.
Dopo nemmeno dieci minuti usciva dal Castello un giornalista de “Il Mattino” esterefatto: lo avevano identificato dopo che si era “permesso” di chiedere chiarimenti a Maroni in merito ad alcune imprecisazioni esternate dal Ministro in merito al numero di superlatitanti ancora in circolazione (ovvero 13 e non 3 come asserito da Maroni). Schifato dall’accaduto il suddetto giornalista lasciava la location per recarsi alla sede del suo giornale. Di lì a poco delle grida e un pianto attiravano l’attenzione di molti presenti; dopo cinque minuti si veniva a sapere che una giornalista di sky tg24 era stata letteralmente sollevata e scaraventata via dalle guardie del corpo del Ministro, dopo aver tentato di porgli alcune domande. In queste ore è ricoverata al Loreto Mare per accertamenti: si teme abbia avuto problemi alle costole.
Alla luce di tutto ciò Francesco Ciappa ed il sottoscritto Luca Antonio Pepe, esponenti del movimento meridionalista Insieme per la Rinascita, abbandonavamo prontamente la scena per non incorrere in ulteriori guai. Ma arrivati vicino l’auto ci accorgevamo che tre esponenti della Digos ci avevano inseguito. Dopo essersi identificati chiedevano con foga i nostri documenti per identificarci; e dopo essersi presi i nostri dati con scherno asserivano ”ragazzi dopo tutto la manifestazione era simpatica”: oltre il danno pure la beffa.
Vorrei chiudere questo resoconto citando l’art.21 della Costituzione: ” Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione.La stampa non può essere soggetta ad autorizzazioni o censure”.
Di Luca Antonio Pepe
14/09/10
Chiudono la scuola di inglese e spariscono con i soldi del bottino
La World Wide School, la scuola che organizzava corsi privati di inglese, ha chiuso le sedi di Verona, Palermo, Milano, Genova, Napoli e studenti, insegnanti, lavoratori del call center, in agitazione su Facebook, si danno appuntamento per manifestare sabato 18 settembre. A Milano ci sarà un corteo, l’appuntamento è alle ore 10:00 in via Tonale, 26; altre manifestazioni sono previste lo stesso giorno anche a Genova, Verona e Palermo.
Da inizio 2010 è successo che le sedi della scuola hanno iniziato a ridurre l’organico dei lavoratori, così sono scomparsi i tutor, le assistenti di laboratorio, i lavoratori del call center e gli insegnanti che non venivano pagati da mesi, fino alla chiusura completa di luglio con un avviso alla porta delle varie sedi in cui si lasciava intendere che la chiusura fosse per ferie o solo momentanea come nel caso della sede di Napoli:
"Si comunica alla spett.le clientela che per problemi amministrativi (rinnovo dei contratti di lavoro per trasferimento proprietà) la scuola resterà chiusa fino al 31 agosto 2010.
Ci scusiamo per il disagio."
Il 31 agosto è passato e nessuna delle sedi ha riaperto.
Questo comportamento in malafede ha fatto pensare ad una truffa organizzata e, come di seguito verrà esposto, ci sono vari elementi per ritenere che sia una truffa.
Dalla visura della Camera di Commercio di Verona risulta che la World Wide srl è una società uni personale con soli 10 mila euro di capitale dichiarato, nata il 25 marzo 2009, e ad essa il 27 marzo 2009 è stata ceduta l’attività da parte della World Wide Italia srl, quest’ultima sulla via del fallimento. Infatti, il prossimo primo ottobre è fissata al tribunale di Verona l’udienza per la procedura fallimentare e ai primi di luglio non è stato accolto il concordato preventivo.
La World Wide Italia srl è anch’essa una società con capitale irrisorio di 10 mila euro, di proprietà al 95% di una società con sede in Lussemburgo e amministrata da una famiglia di Verona.
Si ipotizza che hanno pensato di dichiarare fallimento per non pagare più i loro creditori, trasferendo la proprietà ad un prestanome; infatti, essendo una srl risponderà solo del capitale irrisorio di 10 mila euro.
Inoltre, la scuola ha adottato l’escamotage di un finanziamento per gli iscritti, tramite la formula del credito al consumo, che la società Carifin Italia S.p.A. erogava alla scuola. Ciò appare come un meccanismo truffaldino ben organizzato perché gli iscritti devono continuare a pagare l’intero importo anche se la scuola è risultata inadempiente al contratto.
Ulteriore prova della malafede dei responsabili delle varie sedi della scuola è l’aver tenuto un comportamento truffaldino, segnalato alla Guardia di Finanza di Verona, nel continuare a fare pubblicità ingannevole con annunci di corsi gratuiti di 5 mesi pubblicati sul web, fino a luglio 2010, mentre le sedi della scuola chiudevano.
Gli iscritti delle varie sedi d’Italia si sono rivolti alle associazioni dei consumatori per chiedere l’annullamento del contratto con la finanziaria che aveva l’esclusività del finanziamento con la scuola, anche se il contratto prevede una clausola vessatoria che nega tale esclusività. Tuttavia le associazioni dei consumatori, in particolare la Federconsumatori di Milano, sono fiduciose che avranno ragione per via giudiziaria e annunciano anche esposti alle Procure della Repubblica.
I truffati in tutta Italia sono almeno 15 mila tra studenti e lavoratori per un volume di affari stimato intorno ai 10 milioni di euro l’anno.
Intanto cresce l’attenzione mediatica verso la vicenda World Wide sia sul web che sulla stampa: a fine agosto sono stati pubblicati articoli su La repubblica nell’edizione di Genova e su Il Mattino di Napoli; il Tgr Lombardia ha fatto un servizio andato in onda nell’edizione delle ore 14:00 del 12 settembre.
Anche lo stretto legame tra Carifin e World Wide, che appare un cliente privilegiato di Carifin tanto da concedere finanziamenti a tasso zero per gli iscritti della scuola, fa ipotizzare che ci sia un’organizzazione che ha agito in modo illecito. Infatti, la società Carifin, che fa parte del gruppo Delta, è in via di liquidazione e i problemi sono iniziati con quanto successo nel maggio 2009: un’inchiesta della Procura di Forlì ha portato all’arresto dei vertici della Cassa di Risparmio di San Marino, del direttore di Carifin e del vicepresidente del gruppo Delta; l’accusa è di associazione a delinquere finalizzata al riciclaggio del denaro sporco, frutto di evasione fiscale e truffa ai danni dello Stato italiano. Secondo i Pm forlivesi, oltre un miliardo di euro sarebbero finiti nella Cassa di Risparmio della Repubblica di San Marino e riciclati tramite le attività del gruppo Delta e delle sue controllate, tra cui la Carifin Italia S.p.A.
05/09/10
FLI: sintesi dell'intervento di Gianfranco Fini a Mirabello
"Il Pdl non c'è più". Dal palco della Festa Tricolore a Mirabello, Gianfranco Fini ha decretato la rottura definitiva con il partito che aveva cofondato con Silvio Berlusconi."Non potrà accadere che Futuro e libertà possa rientrare in ciò che non c'è più: o si ricostruisce, o il Pdl appartiene a una bella pagina che non si è concretizzata. Ora c'è il partito del predellino, un'estensione di Forza Italia" ha scandito il Presidente della Camera, che nel suo intervento ha voluto fare "chiarezza" in un momento "di difficoltà".Gli attacchi al Popolo della libertà sono stati forti. "C'è stata di fatto la mia estromissione dal partito che avevo contribuito a fondare, con un atto illiberale, autoritario, che non ha nulla a che spartire con il pluralismo che è una delle condizioni affinchè un partito sia considerato un partito liberale di massa" ha tuonato l'ex leader di An, definendo la decisione "un atto degno del peggiore stalinismo".Tuttavia, Fini ha promesso sostegno leale all'esecutivo ma "chiederemo, e non dovrà esserci negato, di discutere di come si traducono in realtà i titoli delle riforme". Nelle sue parole non è mancato un riferimento alla Giustizia: "Il garantismo è un principio sacro, ma non può essere una sorta di impunità permanente. E' disfattismo dire che la magistratura italiana è un caposaldo della nostra democrazia? Ci sono sì le mele marce nella magistratura, ma non si può contestare il presidio della legalità". "Io non sarò mai contrario al lodo Alfano o al legittimo impedimento. Berlusconi ha il diritto di governare senza che una parte della magistratura lo possa mettere fuorigioco. Ma quel simpatico dottor Stranamore che è l'onorevole Ghedini non deve trovare una soluzione purché sia. Dobbiamo lavorare non a una legge ad personam, ma per una legge, come in altri paesi d'Europa, per tutelare la figura del capo del governo. E quindi non la cancellazione dei processi, ma la sospensione" ha argomentato Fini. Dura anche la presa di posizione su Gheddafi, con una critica alla "genuflessione" del governo italiano verso il dittatore libico.Sul progetto di Fli, il Presidente della Camera ha ribadito: "Fli non è An in sedicesimo; chi lo pensa non ha capito nulla. Fli è lo spirito autentico del sogno Pdl: è pensare che la transizione possa finire". Un passaggio è stato dedicato anche alla campagna condotta da 'Il Giornale' e 'Libero', definita "una infamia" e "un'autentica lapidazione di tipo islamico contro la mia famiglia".Altro punto toccato nell'intervento di Mirabello è la legge elettorale. "Va cambiata" ha sottolineato Fini, facendo mea culpa per averla votata. Sono, poi, arrivate le proposte da parte di Fli: "Il nuovo welfare dovrà essere finalizzato a rendere possibile che i ragazzi italiani siano l'anello debole della nostra catena sociale: il patto generazionale è importante come quello tra il Nord e il Sud. Ci sono tanti ragazzi che senza la pensione del nonno avrebbero molte difficoltà" ha detto il Presidente della Camera, che ha sollecitato un "intervento sul quoziente familiare". Infine, una frecciata a Berlusconi: "Dico una cosa che so che non piacerà a Berlusconi, ma qualcuno mi ha detto 'aspetta, non avere fretta, sei più giovane'. Ma io credo che se vogliamo fare qualcosa per l'Italia e soprattutto per il popolo del centrodestra, la dobbiamo piantare con l'utilitarismo, con il calcolo del farmacista, con la logica dell'attendere domani".
tratto dal sito "farefuturofondazione.it"
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Fischiamoli tutti!
di Michele
I cittadini onesti non ne possono più, il paese continua a impoverirsi, avere un lavoro è diventato un lusso (non viene considerato un diritto costituzionalmente riconosciuto) e non si fa altro che parlare di come trovare uno scudo giudiziario per Berlusconi.
Si fa finta di discutere dei gravi problemi dei cittadini mentre la propaganda di regime oscura le proteste dei terremotati, dei precari, dei disoccupati, degli studenti, degli insegnanti, dei ricercatori, dei disabili ecc.; in tale contesto l'unico modo per farsi sentire è diventato la pacifica contestazione di piazza, una forma di contestazione civile e democratica nell’esercizio della libera espressione del pensiero critico.
La disinformazione di alcuni media asserviti oscura anche le motivazioni delle contestazioni quando non può fare a meno di citarle. E’ il caso del Tg1 a guida berlusconiana di Minzolini per il modo in cui ha informato, o meglio disinformato, sulle recenti contestazioni a Dell’Utri (edizione serale del 31 Agosto) e a Schifani (edizione serale del 4 settembre). Nel servizio sulla contestazione a Dell'Utri non si è spiegato il motivo delle contestazioni, ha parlato solo Dell'Utri e si è etichettata una civile protesta a difesa della legalità come “tifo organizzato” contro Dell'Utri. Allo stesso modo il Tg1 non ha dato spiegazione delle contestazioni a Schifani, ha tolto l’audio sui cori rivolti a Schifani e a Dell’Utri, ha tagliato le inquadrature su chi mostrava le agende rosse, simbolo di giustizia e verità in memoria di Paolo Borsellino.
Coloro che manifestano pacificamente non sono “incapaci di rispettare il principio del libero e democratico confronto” e non hanno intenzione di “impedire con intimidatorie gazzarre il libero svolgimento di manifestazioni e discorsi politici” bensì si contesta la degenerazione culturale della politica. Il nocciolo della questione è che certa gente, in un paese civile, non può ricoprire le cariche istituzionali che ha e le ricopre allo scopo di avere l'impunità.
Purtroppo non esiste il confronto nelle sedi istituzionali preposte perché, ad esempio, oltre 300 mila firme del primo V-Day sono state regolarmente depositate in Parlamento ma vengono costantemente ignorate. C’è un distacco delle istituzioni dai problemi reali, è palese la non volontà di ascoltare.
Dunque, si è costretti a farsi sentire con contestazioni pacifiche le cui motivazioni vengono comunque ignorate da certa informazione servile, manifestazioni che qualcuno pensa di impedire, nonostante siano proteste civili e pacifiche, perché si vuole reprimere qualsiasi forma di dissenso popolare rappresentato dalla maggioranza della popolazione.
25/08/10
MoVimento 5 Stelle Piemonte: mancano i soldi per il riconteggio delle schede? Usate quelli che noi non abbiamo voluto per i rimborsi elettorali
Comunicato Stampa del MoVimento 5 Stelle Piemonte.
Da giorni assistiamo – con crescente disagio – alla querelle relativa al riconteggio di parte dei voti delle ultime elezioni regionali, tra problemi di carattere logistico, mancanza di fondi e Ministri della Giustizia reticenti. Apprendiamo dagli organi di stampa che il costo stimato per sorvegliare e trasportare i 2.300 scatoloni e sacchi dal deposito di Chieri alle Vallette è di 180.000 euro, mentre ne servirebbero altri 168.000 per pagare gli straordinari al personale del Tribunale.
Siamo per la legalità, riteniamo quindi inaccettabile che una sentenza non possa trovare esecuzione per mancanza di denaro ed è altresì grave che occorrano dei mesi per stabilire se la Giunta attualmente in carica sia legittimata o no a governare il Piemonte, vogliamo perciò proporre una soluzione al problema.
Come è noto, il MoVimento 5 Stelle ha rinunciato ai rimborsi per le spese elettorali, che ammontavano ad oltre 132.000 euro per ogni anno di legislatura; chiederemo quindi al Ministero dell'Economia di destinare almeno l'importo relativo al 2010 alla copertura di parte delle spese sopra citate, auspicando che i partiti che i rimborsi li hanno presi (si citano, a titolo di esempio, gli oltre 900.000 euro del Pdl e gli oltre 800.000 del Pd) vogliano integrare la differenza.
Per quanto riguarda il personale siamo certi che gli attivisti del MoVimento 5 Stelle si attiveranno per un vero e proprio “volontariato democratico” e offriranno il loro aiuto per le operazioni di riconteggio.
Gruppo Consiliare MoVimento 5 Stelle
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21/08/10
LAMPEDUSA, 35°30′N 12°36′E
Amo l'isola di Lampedusa, la amo di un amore figliale e devoto; un sentimento che aiuta a guardare oltre l'apparente normalità dello scempio quotidiano per pretendere nei suoi confronti un vero rispetto.
Sull'isola, simbolo di bellezze naturali e oasi ecologica protetta dalle leggi comunitarie, da alcuni anni si sta assistendo ad una vera e propria opera di sciacallaggio naturalistico in cui ultimamente le istituzioni locali sono uscite dal loro torpore complice per arrivare a decidere di parteggiare per l'illegalità.
La storia è semplice e la presidentessa di Legambiente Lampedusa la racconta quasi in un fiato.
Sull'isola il più prezioso scrigno di biodiversità, nonché luogo in cui le tartarughe marine depongono le uova, è rappresentato dalla meravigliosa “isola dei conigli”, un lembo di litorale che sembra uscito dalle più belle cartoline caraibiche. Sabbia immacolata, mare turchese, conigli sull'atollo e una miriade di pesci colorati nell'acqua. La spiaggia, sebbene sia diventata riserva naturalistica, è aperta ai bagnanti che possono così godere delle bellezze del luogo. Luogo che però rimane delicato e bisognoso di attenzione.
Con ordinanza 01146/2010 del 20.07.2010 il TAR Sicilia ha ordinato la revoca di qualsiasi concessione commerciale presso l'isola dei conigli. Non più ombrelloni a pagamento, perciò, niente servizio ristorazione in spiaggia … solo l'uomo e l'ambiente. In un tentativo di poter re-instaurare un equilibrio che permetta alla gente di godere della bellezza del posto senza per questo comportasi da parassita.
Ebbene il Comune, nella persona del vice sindaco Angela Maraventano (lega nord), ha deciso di continuare a concedere le autorizzazioni comunali per consentire il servizio di noleggio ombrelloni e bar, in palese violazione delle disposizioni del TAR, senza neanche sentire l'ente gestore della riserva o la regione Sicilia. Ma della legge qui sembra potersene fare davvero un baffo e gli introiti del servizio, si sta parlando di migliaia di euro al giorno, non di pochi denari che possono consentire ad una famiglia di sfamarsi, non vengono neppure destinati alle attività di conservazione della natura come prevede la legge regionale per altri luoghi simili. Qui la lucrosissima attività finisce nelle tasche di pochi a cui, forse per ignoranza o forse per egoismo, non si riesce di far comprendere che così non si nuoce solo all'ecosistema e alle tartarughe ma si rischia di demolire l'unicità di questa splendida isola.
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No Berlusconi Day 2
di Michele
Nemmeno il tempo di ritornare dalle vacanze, per chi ha avuto il privilegio di andarci in vacanza, che si torna subito a parlare di mobilitazione contro un governo eversivo, piduista, xenofobo e razzista, che sta facendo macelleria sociale e soprattutto contro il suo capo che si è messo in politica per:
curare gli interessi delle aziende di famiglia e salvare il suo monopolio televisivo privato, data l’incostituzionalità della legge Mammì fatta dal suo amico Craxi che gli consentiva di mantenere le tre reti televisive;
coprirsi tramite una sorte di scudo giudiziario dai suoi problemi con la giustizia;
raccogliere l’eredità politica lasciata da Craxi;
fare da referente politico di Cosa Nostra, su richiesta di Dell’Utri.
Come per il No B Day del 5 dicembre 2009, anche questa volta la manifestazione prevista per il prossimo 2 ottobre sembra essere partita dal web:
la prima pagina Facebook che parla di “No Berlusconi Day 2” è nata il 13 agosto;
la nota dell’appello sulla pagina Facebook più numerosa de “Il popolo viola”, per intenderci quella che fa riferimento al “Santo” ( San Precario), è comparsa il giorno 17 agosto e subito dopo è nato il blog dell’evento;
il giorno 18 agosto sul blog di Di Pietro viene comunicata l’adesione dell’IDV.
Il tam tam in rete è quindi subito partito alla grande, anche questa volta tra le adesioni ci sono esponenti del PD, come Ignazio Marino, e non solo a titolo personale, infatti aderisce “Insieme per il PD” tra i cui sostenitori ci sono gli onorevoli: Argentin, Gozi, Sarubbi, Lumia, Gottardi.
Quelli del “Santo” hanno di nuovo colto nel segno o è una storia già scritta?
L’appello poi fa sorgere il dubbio che ci sia qualcuno che suggerisce o qualcuno che copia; in esso si legge:
“ Per lasciarci alle spalle la lunga e drammatica fase storica del berlusconismo, iniziata nel ’94 con la nascita di Forza Italia sostenuta dalla mafia, non bastano le dimissioni di Berlusconi e del governo: occorre operare un radicale cambiamento delle condizioni politiche e culturali che ne hanno favorito la nascita e lo sviluppo, in particolare attraverso il ricorso ai mezzi di informazione di proprietà di Berlusconi sin dalla sua “discesa in campo”.
Per questo chiediamo che dopo le dimissioni di Berlusconi si operi tempestivamente 1) per la modifica dell’attuale legge elettorale e 2) per una nuova legge sul conflitto di interessi che impedisca il riproporsi dei nuovi Berlusconi.
E poi subito al voto per nuove elezioni libere e democratiche. ”
E’ anche quello che chiede Di Pietro.
Per il No B day ci fu l’annuncio in conferenza stampa, appena fu lanciato in rete, di Di Pietro e Ferrero, i quali nei giorni successivi continuarono a precisare che la manifestazione non veniva promossa da loro ma dal “popolo della Rete”. Poi si è visto che quello che contava in rete era la pagina Facebook del “Santo”, un despota che ha adottato metodi tutt’altro che democratici, mentre il comitato organizzatore non ascoltava le proposte sui contenuti di utenti attivi tramite Facebook e che parteciparono di persona ad alcune riunioni di preparazione all’evento. L’IDV si occupò di fornire il palco (potendo disporre di fondi provenienti dai rimborsi elettorali), mentre Comunisti Italiani e Rifondazione favorirono la mobilità contribuendo al pagamento di circa 200 pullman da tutta Italia.
Dunque la storia sta per ripetersi, ma si può comunque prendere il lato buono di una mobilitazione dal basso al di là del colore e della vanità dei personaggi che vogliono fare i protagonisti.
L'importante è che ci sia una mobilitazione dal basso.
Forse oggi quello che fa più paura ai falsi profeti della politica è proprio il risveglio di una parte della società civile. Infatti, adesso la politica è ad una finta svolta, la stessa che ha segnato il passaggio da Vito Ciancimino a Dell'Utri, da Craxi a Berlusconi.
Nel cosiddetto “terzo polo” di Casini, Fini e Rutelli, c'è solo l'impronta gattopardesca di chi non vuole colpire il berlusconismo, ovvero un modello culturale degradato e degradante, ma sostituire Berlusconi con un altro simile sotto l’aspetto della questione morale.
Invece, c’è bisogno di volti nuovi tra coloro che si sono distinti per la loro passione civica e anche del fermento dei movimenti di piazza; la mobilitazione delle idee, nel segno di un rinnovamento culturale, parte soprattutto dal basso, perciò i movimenti hanno un ruolo importante, mentre da ripudiare sono i protagonismi e gli atteggiamenti che niente hanno a che vedere con ciò che a parole si dice di voler combattere.
14/08/10
Il "politico" Berlusconi
di Michele
Berlusconi si è messo in politica per:
curare gli interessi delle aziende di famiglia e salvare il suo monopolio televisivo privato, data l’incostituzionalità della legge Mammì fatta dal suo amico Craxi che gli consentiva di mantenere le tre reti televisive;
coprirsi tramite una sorte di scudo giudiziario dai suoi problemi con la giustizia;
raccogliere l’eredità politica lasciata da Craxi;
fare da referente politico di Cosa Nostra, su richiesta di Dell’Utri.
Di nuovo Berlusconi non ha portato niente, il suo disegno politico è stato seguire la strada del suo maestro Licio Gelli, capo della P2 di cui Berlusconi era tesserato con numero di tessera 1816 e, facendo sue tante idee del piano di Rinascita Democratica, sta attentando ai principi fondanti della Costituzione come: l’autonomia e indipendenza della magistratura, la libertà di manifestazione del pensiero e di stampa, l’uguaglianza di tutti cittadini di fronte alla legge.
A livello nazionale Berlusconi ha trovato il favore: di Cosa Nostra, di quello che rimane della vecchia P2, dello Ior e Vaticano; ha raccolto l’eredità politica lasciata dal latitante Craxi e il sostegno degli anticomunisti, degli estremisti di destra, dei veri liberali che pensavano Berlusconi fosse un liberale.
Tale situazione andava bene anche ad altri ‘poteri forti’ controllati a livello internazionale da logge massoniche e cosche mafiose, sapendo di poter ricattare Berlusconi e che Berlusconi sarebbe stato espressione di una classe dirigente che di nuovo sostanzialmente non presentava niente rispetto ai vecchi partiti scomparsi con tangentopoli, così la logica gattopardesca, del “cambiare tutto perché non cambi nulla”, ha avuto la meglio.
Questi altri ‘poteri forti’ si sono occupati di rendere sempre più trasversale la collusione nella rappresentanza politica per non avere capi politici, bensì politici a loro disposizione; Berlusconi, essendo ricattabile per la sua storia fatta di tante ombre, si è dovuto rendere disponibile. Ma all’apparente disponibilità, Berlusconi ha contrapposto poca affidabilità dal punto di vista degli equilibri nella gestione politico-finanziaria a livello globale, essendosi mostrato incline agli interessi del fronte russo-libico-iraniano, cosa che non piace al fronte Usa-Israele-Occidente.
Da tali considerazioni personali, supponendo che siano giuste, si deduce che tra gli obbiettivi di questi ‘poteri forti’ c’è la sostituzione di Fini con Berlusconi, quale nuovo rappresentante politico della destra italiana.
Berlusconi si è messo in politica per:
curare gli interessi delle aziende di famiglia e salvare il suo monopolio televisivo privato, data l’incostituzionalità della legge Mammì fatta dal suo amico Craxi che gli consentiva di mantenere le tre reti televisive;
coprirsi tramite una sorte di scudo giudiziario dai suoi problemi con la giustizia;
raccogliere l’eredità politica lasciata da Craxi;
fare da referente politico di Cosa Nostra, su richiesta di Dell’Utri.
Di nuovo Berlusconi non ha portato niente, il suo disegno politico è stato seguire la strada del suo maestro Licio Gelli, capo della P2 di cui Berlusconi era tesserato con numero di tessera 1816 e, facendo sue tante idee del piano di Rinascita Democratica, sta attentando ai principi fondanti della Costituzione come: l’autonomia e indipendenza della magistratura, la libertà di manifestazione del pensiero e di stampa, l’uguaglianza di tutti cittadini di fronte alla legge.
A livello nazionale Berlusconi ha trovato il favore: di Cosa Nostra, di quello che rimane della vecchia P2, dello Ior e Vaticano; ha raccolto l’eredità politica lasciata dal latitante Craxi e il sostegno degli anticomunisti, degli estremisti di destra, dei veri liberali che pensavano Berlusconi fosse un liberale.
Tale situazione andava bene anche ad altri ‘poteri forti’ controllati a livello internazionale da logge massoniche e cosche mafiose, sapendo di poter ricattare Berlusconi e che Berlusconi sarebbe stato espressione di una classe dirigente che di nuovo sostanzialmente non presentava niente rispetto ai vecchi partiti scomparsi con tangentopoli, così la logica gattopardesca, del “cambiare tutto perché non cambi nulla”, ha avuto la meglio.
Questi altri ‘poteri forti’ si sono occupati di rendere sempre più trasversale la collusione nella rappresentanza politica per non avere capi politici, bensì politici a loro disposizione; Berlusconi, essendo ricattabile per la sua storia fatta di tante ombre, si è dovuto rendere disponibile. Ma all’apparente disponibilità, Berlusconi ha contrapposto poca affidabilità dal punto di vista degli equilibri nella gestione politico-finanziaria a livello globale, essendosi mostrato incline agli interessi del fronte russo-libico-iraniano, cosa che non piace al fronte Usa-Israele-Occidente.
Da tali considerazioni personali, supponendo che siano giuste, si deduce che tra gli obbiettivi di questi ‘poteri forti’ c’è la sostituzione di Fini con Berlusconi, quale nuovo rappresentante politico della destra italiana.
Tutte le leggi 'ad personam' ed 'ad aziendam'
di Michele
Tra i vari condoni fatti da Berlusconi, di cui ne ha beneficiato, come verrà meglio illustrato in seguito, ci sono:
il condono fiscale, contenuto nella Legge Finanziaria del 2003; l’estensione del condono edilizio alle aree protette; il cosiddetto Lodo Cassazione, norma fatta su misura per la Mondadori.
Diverse sono state le norme che favoriscono le società di Berlusconi dal punto di vista fiscale, approvate dai governi Berlusconi; fra queste, come verrà illustrato più avanti, ci sono:
la legge Tremonti del 1994 per la detassazione degli utili reinvestiti; il cosiddetto Decreto Salva-Calcio; la detassazione delle plusvalenze da partecipazione; la riduzione delle aliquote fiscali per i redditi dei più abbienti.
LEGGI AD PERSONAM
Tra le leggi ad personam da ricordare, fatte dai governi Berlusconi a partire dal 1994, ci sono:
il Decreto Biondi, approvato il 13 luglio 1994, provocò la scarcerazione immediata di 2764 detenuti, dei quali 350 erano colletti bianchi coinvolti in Tangentopoli (compresi la signora Poggiolini, l’ex ministro Francesco De Lorenzo e Antonino Cinà, il medico di Totò Riina), al fine di impedire l’arresto di Paolo Berlusconi, del capo dei servizi fiscali della Fininvest Salvatore Sciascia e di Massimo Maria Berruti, consulente del gruppo Fininvest;
la Legge sulle Rogatorie, approvata nel 2001, serviva a cancellare le prove giunte dall’estero per rogatoria ai magistrati italiani, comprese ovviamente quelle che dimostrano le corruzioni dei giudici romani da parte di Previti & C;
la non ratifica del Mandato di cattura europeo (2001), da parte del governo Berlusconi, vide l’Italia come unico paese fra quelli dell’Unione europea a non aver ratificato, ma solo relativamente ai reati finanziari, ai reati contro la Pubblica amministrazione, e il motivo della mancata ratifica, secondo “Newsweek”, è che Berlusconi temeva di essere arrestato dai giudici spagnoli per l’inchiesta su Telecinco;
la Legge Frattini sul conflitto d’interessi, approvata il 28 febbraio del 2002, che consente di “legalizzare” la posizione di conflitto di interessi di Berlusconi: chi possiede aziende e va al governo, ma di quelle aziende è soltanto il “mero proprietario”, non è in conflitto d’interessi e non è costretto a cederle, quindi l’unica conseguenza per il premier è stato lasciare la presidenza del Milan;
la depenalizzazione del falso in bilancio, legge fatta dal governo Berlusconi nel 2002, ha permesso a Berlusconi di ottenere l’assoluzione perché “il fatto non è più previsto dalla legge come reato” nel processo All Iberian 2 e nell'ambito dell'ultimo stralcio del processo SME, e di giungere alla prescrizione nel processo sul caso del calciatore Lentini;
la Legge Cirami sul legittimo sospetto, approvata il 5 novembre 2002, che reintroduce il concetto di “legittima suspicione” sull'imparzialità del giudice, quale causa di ricusazione e trasferimento del processo, viene sistematicamente invocata dagli avvocati di Berlusconi e Previti nei processi che li vedono imputati;
il cosiddetto Lodo Schifani (legge n.140/2003), per l’impunità delle alte cariche dello stato, ha consentito la sospensione dei processi a carico di Berlusconi fino alla bocciatura da parte della Corte Costituzionale;
la riapertura dei termini per il condono fiscale, Dl 143 del 24 giugno 2003, estende il condono a coloro che hanno “concorso a commettere i reati”, anche se non hanno firmato la dichiarazione fraudolenta, come nel caso dei 9 coimputati del premier, accusati di aver aiutato Berlusconi a evadere con fatture false o gonfiate;
la cosiddetta Legge ex-Cirielli, Legge n. 251/2005, denominata anche legge salva-Previti, ha introdotto una riduzione dei termini di prescrizione per gli incensurati e trasformato in arresti domiciliari la detenzione per gli ultrasettantenni, consentendo l'estinzione per prescrizione dei reati di corruzione in atti giudiziari e falso in bilancio nei processi "Diritti tv Mediaset" e”Mills” a carico di Berlusconi;
la cosiddetta Legge Pecorella, che introduceva l'inappellabilità da parte del pubblico ministero per le sole sentenze di proscioglimento, fu respinta dal presidente Ciampi in quanto incostituzionale, così Berlusconi la ripresentò uguale per farla riapprovare (legge n.46) nel gennaio 2006, ma la Consulta la bocciò con la sentenza n. 26 del 2007;
Il cosiddetto Lodo Alfano (legge n. 124/2008), per l’impunità delle alte cariche dello stato, ha consentito la sospensione dei processi a carico di Berlusconi fino alla bocciatura da parte della Corte Costituzionale, nonostante le pressioni ricevute da quest’ultima;
il cosiddetto legittimo impedimento, legge del 7 aprile 2010 n. 51, che consente di rinviare i processi per Berlusconi e i ministri, si applica per tutte quelle attività "coessenziali" alle funzioni di governo e a certificare che esiste un impedimento "continuativo e correlato allo svolgimento delle funzioni", sarà la Presidenza del Consiglio;
il cosiddetto decreto “salva liste”, Dl 5 marzo 2010 n. 29, è stato il tentativo, palesemente incostituzionale (comma IV art. 72, art.117 della costituzione), da parte del governo Berlusconi di cambiare le regole nel corso della competizione elettorale;
il Disegno di legge sul “processo breve” prevede che per l'imputato incensurato il processo non può durare più di sei anni (due anni per grado e due anni per il giudizio di legittimità), tutto a beneficio di Berlusconi nelle vicende sui diritti tv Mediaset, Mediatrade, corruzione di Mills, ma tale norma estinguerebbe anche oltre 100 mila processi penali in corso, tra i quali: Thyssen Krupp, quello Antonveneta per le accuse di aggiotaggio ad Antonio Fazio e Luigi Grillo, il processo Parmalat, quello per il disastro di Viareggio del 29 giugno 2009 e il processo sul crollo della Casa dello Studente e del Convitto Nazionale in seguito al terremoto che colpì L’Aquila nel 2009.
LEGGI AD AZIENDAM
Berlusconi a suon di leggi ad aziendam ha triplicato il proprio patrimonio, in particolare dall’inizio del 1994 (3,1 miliardi di euro), quando è entrato in politica, al 2005 (12 miliardi di euro secondo Forbes).
Di seguito si riportano le norme approvate dai governi Berlusconi che, in modo evidente, hanno favorito le società del premier e la crescita del suo patrimonio:
la Legge Tremonti, approvata il 10 giugno 1994, per la detassazione del 50% degli utili reinvestiti dalle imprese, ha consentito alla neonata Mediaset di risparmiare 243 miliardi di lire di imposte sull’acquisto di diritti cinematografici per i film d’annata;
la cosiddetta Tremonti-bis, Legge del 18 ottobre 2001 n. 383, abolisce l’imposta su successioni e donazioni per i patrimoni superiori ai 350 milioni di lire (fino a quella cifra l’imposta era già stata abrogata dal centrosinistra);
il cosiddetto “Decreto Salva-Calcio”, Decreto legge n. 282/2002, introduce una norma che consente alle società di calcio (tra cui il Milan che risparmia 242 milioni di euro) di diluire le svalutazioni dei cartellini dei calciatori sui bilanci in un arco di dieci anni, con importanti benefici economici in termini fiscali;
il condono fiscale, contenuto nella Legge Finanziaria del 2003, ha consentito a Berlusconi di sanare con appena 1800 euro un’evasione di 301 miliardi di lire contestata dai pm di Milano e a Mediaset di sanare le evasioni di 197 milioni di euro, contestate dall’Agenzia delle entrate, pagandone appena 35;
la detassazione delle plusvalenze da partecipazione, riforma introdotta da Tremonti nel 2003, venne subito utilizzata dal premier Berlusconi nell’aprile 2005 quando cedette il 16,88% di Mediaset detenuto da Fininvest per 2,2 miliardi di euro, risparmiando 340 milioni di euro di tasse;
il Decreto Salva-Rete 4, firmato da Berlusconi il 24 dicembre 2003, concede una proroga per continuare a far trasmettere Rete 4 in analogico, a danno di Europa 7, pur non avendo la concessione per farlo dal 1999;
la Legge Gasparri del 2004, sul riordino del sistema radio-televisivo e delle comunicazioni, assicura che Rete 4 non avrebbe sforato il tetto antitrust perché, entro il 30 aprile 2004, il 50% degli italiani avrebbe dovuto captare il segnale del digitale terrestre, però, a quella data, solo il 18% della popolazione riceveva il segnale digitale, inoltre, tale legge regala a Mediaset una potenziale crescita dei ricavi di 1-2 miliardi di euro l’anno, come ha candidamente ammesso lo stesso Fedele Confalonieri;
le norme sull’acquisto del decoder, cui fanno riferimento la Legge n.350/2003 (Finanziaria 2004) e la Legge 311/2004 (Finanziaria 2005), introducono un incentivo statale all'acquisto di decoder e a beneficiare in forma prevalente dell'incentivo è la società Solaris, il principale distributore in Italia dei decoder digitali Amstrad del tipo "Mhp", controllata al 51 per cento da Paolo e Alessia Berlusconi;
l’estensione del condono edilizio alle aree protette, Legge n.308/2004, inserisce le zone protette tra le aree condonabili e tra queste ci sono anche le aree di Villa Certosa di proprietà della famiglia Berlusconi;
la riduzione delle aliquote fiscali per i redditi dei più abbienti, varata dal governo Berlusconi a fine 2004, consente a Berlusconi, secondo i calcoli de L’Espresso, di risparmiare 764.154 euro all’anno;
il Testo unico della previdenza complementare, Decreto legislativo n. 252 del 2005, prevede norme che favoriscono fiscalmente la previdenza integrativa individuale, a beneficio soprattutto di Mediolanum di proprietà della famiglia Berlusconi;
il servizio Postescuola di consegna e ordinazione, per telefono e online, dei libri di testo destinati agli alunni della scuola secondaria, tramite l’accordo stipulato il 9 giugno 2005 tra il Ministero dell’Istruzione e le Poste Spa, ha previsto la consegna dei libri tramite la Mondolibri Bol, una società posseduta al 50 per cento da Arnoldo Mondadori Editore Spa, di cui è mero proprietario Berlusconi;
l’innalzamento dal 10% al 20% del tetto per l’acquisto di azioni proprie, da parte delle società quotate in borsa, è stato subito messo in atto dalla Fininvest per aumentare il controllo su Mediaset;
lo spostamento di pubblicità da Rai a Mediaset da parte delle aziende e delle istituzioni controllate dal governo: ministeri, Poste, Eni, Enel, ecc., si è verificato in misura cospicua da quando nel 2008 Berlusconi è tornato al governo;
il Decreto legge n. 185/2008 ha stabilito l’aumento dal 10 al 20% dell'aliquota IVA sulla pay tv "Sky Italia", il principale competitore privato del gruppo Mediaset;
le norme contenute nel decreto Romani, entrato in vigore il 15 marzo 2010, regolano gli spazi pubblicitari televisivi a vantaggio di Mediaset e a svantaggio di Sky, costretta a scendere entro il 2013 dal 18 al 12% di affollamento orario di spot;
il cosiddetto Lodo Cassazione, norma fatta su misura per la Mondadori, inserita di nascosto all'interno del Dl incentivi del 25 marzo 2010, consente di archiviare i processi tributari arrivati in Cassazione con due sentenze favorevoli al contribuente mediante il pagamento del solo 5% del valore della lite.
Tra i vari condoni fatti da Berlusconi, di cui ne ha beneficiato, come verrà meglio illustrato in seguito, ci sono:
il condono fiscale, contenuto nella Legge Finanziaria del 2003; l’estensione del condono edilizio alle aree protette; il cosiddetto Lodo Cassazione, norma fatta su misura per la Mondadori.
Diverse sono state le norme che favoriscono le società di Berlusconi dal punto di vista fiscale, approvate dai governi Berlusconi; fra queste, come verrà illustrato più avanti, ci sono:
la legge Tremonti del 1994 per la detassazione degli utili reinvestiti; il cosiddetto Decreto Salva-Calcio; la detassazione delle plusvalenze da partecipazione; la riduzione delle aliquote fiscali per i redditi dei più abbienti.
LEGGI AD PERSONAM
Tra le leggi ad personam da ricordare, fatte dai governi Berlusconi a partire dal 1994, ci sono:
il Decreto Biondi, approvato il 13 luglio 1994, provocò la scarcerazione immediata di 2764 detenuti, dei quali 350 erano colletti bianchi coinvolti in Tangentopoli (compresi la signora Poggiolini, l’ex ministro Francesco De Lorenzo e Antonino Cinà, il medico di Totò Riina), al fine di impedire l’arresto di Paolo Berlusconi, del capo dei servizi fiscali della Fininvest Salvatore Sciascia e di Massimo Maria Berruti, consulente del gruppo Fininvest;
la Legge sulle Rogatorie, approvata nel 2001, serviva a cancellare le prove giunte dall’estero per rogatoria ai magistrati italiani, comprese ovviamente quelle che dimostrano le corruzioni dei giudici romani da parte di Previti & C;
la non ratifica del Mandato di cattura europeo (2001), da parte del governo Berlusconi, vide l’Italia come unico paese fra quelli dell’Unione europea a non aver ratificato, ma solo relativamente ai reati finanziari, ai reati contro la Pubblica amministrazione, e il motivo della mancata ratifica, secondo “Newsweek”, è che Berlusconi temeva di essere arrestato dai giudici spagnoli per l’inchiesta su Telecinco;
la Legge Frattini sul conflitto d’interessi, approvata il 28 febbraio del 2002, che consente di “legalizzare” la posizione di conflitto di interessi di Berlusconi: chi possiede aziende e va al governo, ma di quelle aziende è soltanto il “mero proprietario”, non è in conflitto d’interessi e non è costretto a cederle, quindi l’unica conseguenza per il premier è stato lasciare la presidenza del Milan;
la depenalizzazione del falso in bilancio, legge fatta dal governo Berlusconi nel 2002, ha permesso a Berlusconi di ottenere l’assoluzione perché “il fatto non è più previsto dalla legge come reato” nel processo All Iberian 2 e nell'ambito dell'ultimo stralcio del processo SME, e di giungere alla prescrizione nel processo sul caso del calciatore Lentini;
la Legge Cirami sul legittimo sospetto, approvata il 5 novembre 2002, che reintroduce il concetto di “legittima suspicione” sull'imparzialità del giudice, quale causa di ricusazione e trasferimento del processo, viene sistematicamente invocata dagli avvocati di Berlusconi e Previti nei processi che li vedono imputati;
il cosiddetto Lodo Schifani (legge n.140/2003), per l’impunità delle alte cariche dello stato, ha consentito la sospensione dei processi a carico di Berlusconi fino alla bocciatura da parte della Corte Costituzionale;
la riapertura dei termini per il condono fiscale, Dl 143 del 24 giugno 2003, estende il condono a coloro che hanno “concorso a commettere i reati”, anche se non hanno firmato la dichiarazione fraudolenta, come nel caso dei 9 coimputati del premier, accusati di aver aiutato Berlusconi a evadere con fatture false o gonfiate;
la cosiddetta Legge ex-Cirielli, Legge n. 251/2005, denominata anche legge salva-Previti, ha introdotto una riduzione dei termini di prescrizione per gli incensurati e trasformato in arresti domiciliari la detenzione per gli ultrasettantenni, consentendo l'estinzione per prescrizione dei reati di corruzione in atti giudiziari e falso in bilancio nei processi "Diritti tv Mediaset" e”Mills” a carico di Berlusconi;
la cosiddetta Legge Pecorella, che introduceva l'inappellabilità da parte del pubblico ministero per le sole sentenze di proscioglimento, fu respinta dal presidente Ciampi in quanto incostituzionale, così Berlusconi la ripresentò uguale per farla riapprovare (legge n.46) nel gennaio 2006, ma la Consulta la bocciò con la sentenza n. 26 del 2007;
Il cosiddetto Lodo Alfano (legge n. 124/2008), per l’impunità delle alte cariche dello stato, ha consentito la sospensione dei processi a carico di Berlusconi fino alla bocciatura da parte della Corte Costituzionale, nonostante le pressioni ricevute da quest’ultima;
il cosiddetto legittimo impedimento, legge del 7 aprile 2010 n. 51, che consente di rinviare i processi per Berlusconi e i ministri, si applica per tutte quelle attività "coessenziali" alle funzioni di governo e a certificare che esiste un impedimento "continuativo e correlato allo svolgimento delle funzioni", sarà la Presidenza del Consiglio;
il cosiddetto decreto “salva liste”, Dl 5 marzo 2010 n. 29, è stato il tentativo, palesemente incostituzionale (comma IV art. 72, art.117 della costituzione), da parte del governo Berlusconi di cambiare le regole nel corso della competizione elettorale;
il Disegno di legge sul “processo breve” prevede che per l'imputato incensurato il processo non può durare più di sei anni (due anni per grado e due anni per il giudizio di legittimità), tutto a beneficio di Berlusconi nelle vicende sui diritti tv Mediaset, Mediatrade, corruzione di Mills, ma tale norma estinguerebbe anche oltre 100 mila processi penali in corso, tra i quali: Thyssen Krupp, quello Antonveneta per le accuse di aggiotaggio ad Antonio Fazio e Luigi Grillo, il processo Parmalat, quello per il disastro di Viareggio del 29 giugno 2009 e il processo sul crollo della Casa dello Studente e del Convitto Nazionale in seguito al terremoto che colpì L’Aquila nel 2009.
LEGGI AD AZIENDAM
Berlusconi a suon di leggi ad aziendam ha triplicato il proprio patrimonio, in particolare dall’inizio del 1994 (3,1 miliardi di euro), quando è entrato in politica, al 2005 (12 miliardi di euro secondo Forbes).
Di seguito si riportano le norme approvate dai governi Berlusconi che, in modo evidente, hanno favorito le società del premier e la crescita del suo patrimonio:
la Legge Tremonti, approvata il 10 giugno 1994, per la detassazione del 50% degli utili reinvestiti dalle imprese, ha consentito alla neonata Mediaset di risparmiare 243 miliardi di lire di imposte sull’acquisto di diritti cinematografici per i film d’annata;
la cosiddetta Tremonti-bis, Legge del 18 ottobre 2001 n. 383, abolisce l’imposta su successioni e donazioni per i patrimoni superiori ai 350 milioni di lire (fino a quella cifra l’imposta era già stata abrogata dal centrosinistra);
il cosiddetto “Decreto Salva-Calcio”, Decreto legge n. 282/2002, introduce una norma che consente alle società di calcio (tra cui il Milan che risparmia 242 milioni di euro) di diluire le svalutazioni dei cartellini dei calciatori sui bilanci in un arco di dieci anni, con importanti benefici economici in termini fiscali;
il condono fiscale, contenuto nella Legge Finanziaria del 2003, ha consentito a Berlusconi di sanare con appena 1800 euro un’evasione di 301 miliardi di lire contestata dai pm di Milano e a Mediaset di sanare le evasioni di 197 milioni di euro, contestate dall’Agenzia delle entrate, pagandone appena 35;
la detassazione delle plusvalenze da partecipazione, riforma introdotta da Tremonti nel 2003, venne subito utilizzata dal premier Berlusconi nell’aprile 2005 quando cedette il 16,88% di Mediaset detenuto da Fininvest per 2,2 miliardi di euro, risparmiando 340 milioni di euro di tasse;
il Decreto Salva-Rete 4, firmato da Berlusconi il 24 dicembre 2003, concede una proroga per continuare a far trasmettere Rete 4 in analogico, a danno di Europa 7, pur non avendo la concessione per farlo dal 1999;
la Legge Gasparri del 2004, sul riordino del sistema radio-televisivo e delle comunicazioni, assicura che Rete 4 non avrebbe sforato il tetto antitrust perché, entro il 30 aprile 2004, il 50% degli italiani avrebbe dovuto captare il segnale del digitale terrestre, però, a quella data, solo il 18% della popolazione riceveva il segnale digitale, inoltre, tale legge regala a Mediaset una potenziale crescita dei ricavi di 1-2 miliardi di euro l’anno, come ha candidamente ammesso lo stesso Fedele Confalonieri;
le norme sull’acquisto del decoder, cui fanno riferimento la Legge n.350/2003 (Finanziaria 2004) e la Legge 311/2004 (Finanziaria 2005), introducono un incentivo statale all'acquisto di decoder e a beneficiare in forma prevalente dell'incentivo è la società Solaris, il principale distributore in Italia dei decoder digitali Amstrad del tipo "Mhp", controllata al 51 per cento da Paolo e Alessia Berlusconi;
l’estensione del condono edilizio alle aree protette, Legge n.308/2004, inserisce le zone protette tra le aree condonabili e tra queste ci sono anche le aree di Villa Certosa di proprietà della famiglia Berlusconi;
la riduzione delle aliquote fiscali per i redditi dei più abbienti, varata dal governo Berlusconi a fine 2004, consente a Berlusconi, secondo i calcoli de L’Espresso, di risparmiare 764.154 euro all’anno;
il Testo unico della previdenza complementare, Decreto legislativo n. 252 del 2005, prevede norme che favoriscono fiscalmente la previdenza integrativa individuale, a beneficio soprattutto di Mediolanum di proprietà della famiglia Berlusconi;
il servizio Postescuola di consegna e ordinazione, per telefono e online, dei libri di testo destinati agli alunni della scuola secondaria, tramite l’accordo stipulato il 9 giugno 2005 tra il Ministero dell’Istruzione e le Poste Spa, ha previsto la consegna dei libri tramite la Mondolibri Bol, una società posseduta al 50 per cento da Arnoldo Mondadori Editore Spa, di cui è mero proprietario Berlusconi;
l’innalzamento dal 10% al 20% del tetto per l’acquisto di azioni proprie, da parte delle società quotate in borsa, è stato subito messo in atto dalla Fininvest per aumentare il controllo su Mediaset;
lo spostamento di pubblicità da Rai a Mediaset da parte delle aziende e delle istituzioni controllate dal governo: ministeri, Poste, Eni, Enel, ecc., si è verificato in misura cospicua da quando nel 2008 Berlusconi è tornato al governo;
il Decreto legge n. 185/2008 ha stabilito l’aumento dal 10 al 20% dell'aliquota IVA sulla pay tv "Sky Italia", il principale competitore privato del gruppo Mediaset;
le norme contenute nel decreto Romani, entrato in vigore il 15 marzo 2010, regolano gli spazi pubblicitari televisivi a vantaggio di Mediaset e a svantaggio di Sky, costretta a scendere entro il 2013 dal 18 al 12% di affollamento orario di spot;
il cosiddetto Lodo Cassazione, norma fatta su misura per la Mondadori, inserita di nascosto all'interno del Dl incentivi del 25 marzo 2010, consente di archiviare i processi tributari arrivati in Cassazione con due sentenze favorevoli al contribuente mediante il pagamento del solo 5% del valore della lite.
10/08/10
Berlusconi e la mafia
di Michele
L’attuale governo secondo la propaganda filo berlusconiana di alcuni telegiornali appare come il governo che sta facendo molto nella lotta alla criminalità organizzata. Ovviamente non è vero, infatti, sono state approvate numerose leggi e provvedimenti che favoriscono finanziariamente le organizzazioni criminali, quali:
scudo fiscale, che consente di riciclare il denaro frutto di attività criminali;
legge bavaglio, che impedisce le intercettazioni in caso di reati collocabili all’interno di un’associazione criminale ma di cui non è nota l’appartenenza a tale associazione;
tagli alle forze d'ordine (riduzione di 7.900 cancellieri e 1.800 ufficiali giudiziari, manca persino la benzina per le volanti);
messa all’asta dei beni confiscati alla mafia dando così la possibilità alle organizzazioni criminali di ricomprarli avvalendosi di prestanome;
mancato scioglimento del consiglio comunale di Fondi per infiltrazioni mafiose, nonostante le sollecitazioni del prefetto e l’esecuzione di 17 ordinanze di custodia cautelare;
negazione del piano di protezione al collaboratore Spatuzza;
proposta di modifica degli articoli 192 e 195 del C.p.p. in modo da restringere i casi di utilizzabilità nei processi delle dichiarazioni dei pentiti di mafia;
il Disegno di legge sul “processo breve” prevede che per l'imputato incensurato il processo non può durare più di sei anni (due anni per grado e due anni per il giudizio di legittimità), tutto a beneficio di Berlusconi nelle vicende sui diritti tv Mediaset, Mediatrade, corruzione di Mills, matale norma estinguerebbe anche oltre 100 mila processi penali in corso, tra i quali: Thyssen Krupp, quello Antonveneta per le accuse di aggiotaggio ad Antonio Fazio e Luigi Grillo, il processo Parmalat, quello per il disastro di Viareggio del 29 giugno 2009 e il processo sul crollo della Casa dello Studente e del Convitto Nazionale in seguito al terremoto che colpì L’Aquila nel 2009.
Numerosi fatti di cronaca, anche recenti, sono indizi di un legame, ancora da provare sotto l'aspetto giuridico, tra Berlusconi e gli ambienti mafiosi. Eccone alcuni:
- la II sezione penale del tribunale di Palermo con sentenza dell’11 dicembre 2004 ha pronunciato quanto segue: "vi è la prova che Dell’Utri aveva promesso alla mafia precisi vantaggi in campo politico e, di contro, vi è la prova che la mafia, in esecuzione di quella promessa, si era viepiù orientata a votare per Forza Italia nella prima competizione elettorale utile e, ancora dopo, si era impegnata a sostenere elettoralmente l’imputato in occasione della sua candidatura al parlamento europeo nelle fila dello stesso partito, mentre aveva grossi problemi da risolvere con la giustizia perchè era in corso il dibattimento di questo processo penale".
Il 29 giugno 2010 la seconda sezione della Corte d’Appello di Palermo ha condannato Dell’Utri a sette anni di reclusione per concorso esterno in associazione mafiosa. In primo grado gli erano stati inflitti nove anni di reclusione.
- autorevoli esponenti mafiosi pentiti del calibro di Antonino Giuffrè, Salvatore Cancemi, hanno parlato di un patto tra Forza Italia e Cosa Nostra fatto nel 1994.
- la banca Rasini, di cui fu procuratore Luigi Berlusconi, aveva tra i clienti privilegiati gente come Bernardo Provenzano, Totò Riina, Vittorio Mangano.
- Marcello Dell'Utri fissò due incontri, mentre nasceva Forza Italia (2 e 30 novembre 1993), con Mangano il quale già era stato in galera undici anni a scontare una parte della pena complessiva di 13 anni che aveva subito al processo Spatola, per mafia, e al maxiprocesso, per droga, istruito da Falcone e Borsellino insieme.
- il pentito Gaspare Spatuzza ha recentemente dichiarato che, dopo le stragi del 1992, tra Cosa nostra e lo Stato era in corso una trattativa e che i referenti politici dei boss fossero proprio Dell'Utri e Berlusconi.
- La Procura di Firenze ha indagato per molti anni (fino all'agosto 1998) su Silvio Berlusconi e Marcello Dell'Utri considerati come i mandanti a volto coperto delle stragi:
• del 14 maggio 1993 a Maurizio Costanzo (via Fauro, Roma)
• attentato agli Uffizi del 27 maggio 1993 (via de' Georgofili, Firenze)
• attentato al Padiglione di Arte Contemporanea del 27 luglio 1993 (Via Palestro, Milano)
• di San Giorgio al Velabro e San Giovanni in Laterano (Roma, 28 luglio 1993)
• allo stadio Olimpico (dicembre 1993 - gennaio 1994)
• a Formello-Roma (attentato a Salvatore Cotorno, 14 aprile 1994)
Il Pm di Firenze chiese l'archiviazione del procedimento al termine delle indagini preliminari, accolta dal giudice per le indagini preliminari competente, sebbene si evidenziasse nel decreto di archiviazione che vi era "un’obiettiva convergenza degli interessi politici di Cosa Nostra rispetto ad alcune qualificate linee programmatiche della nuova formazione" (ovvero Forza Italia) e che durante le indagini "l'ipotesi iniziale abbia mantenuto e semmai incrementato la sua plausibilità".
Le recenti dichiarazioni di Spatuzza hanno portato all'iscrizione di Silvio Berlusconi e Marcello Dell’Utri nel registro degli indagati della Procura di Firenze; è quanto scritto il 3 agosto 2010 dal quotidiano l’Unità, rivelando che Berlusconi e Dell'Utri compaiono nel fascicolo numero 11531 del 2009 con generalità protette, “Autore Uno” e “Autore Due”, come già successe nella prima indagine sulle stragi del 1993, poi archiviata nel 1998.
- A Caltanissetta Berlusconi e Dell'Utri furono iscritti nel registro degli indagati come mandanti delle stragi di Via D'Amelio (Paolo Borsellino) e Capaci (Giovanni Falcone).
Il 3 maggio 2002 il fascicolo venne archiviato, su richiesta dello stesso PM, perché il quadro indiziario risulta friabile. Il Gip tuttavia, nel decreto di archiviazione, lascia alla valutazione dei pubblici ministeri di effettuare ulteriori indagini su "piste investigative diverse da quelle sinora perseguite" ritenendo che "tali accertati rapporti di società facenti capo al gruppo Fininvest con personaggi in varia posizione collegati all'organizzazione Cosa nostra, costituiscono dati oggettivi che rendono quantomeno non del tutto implausibili nè peregrine le ricostruzioni offerte dai diversi collaboratori di giustizia". Oltre a questo viene evidenziato anche che "gli atti del fascicolo hanno ampiamente dimostrato la sussistenza di varie possibilità di contatto tra gli uomini appartenenti a Cosa Nostra ed esponenti e gruppi societari controllati in vario modo dagli odierni indagati". Tale richiesta di archiviazione, tuttavia, non fu sottoscritta dall'altro pm che si era occupato delle inchieste e dei processi sulle stragi, Luca Tescaroli, contrario alle impostazioni della richiesta di archiviazione soprattutto nella parte in cui si sostiene che le dichiarazioni dei principali pentiti della strage, Cancemi e Brusca, erano "contrastanti". Una tesi che è stata confermata anche nella sentenza d'appello della strage di Capaci dove i giudici scrissero tra l'altro che le dichiarazioni di Brusca e Cancemi erano "convergenti" e che era necessario indagare ancora "nelle opportune direzioni per individuare i convergenti interessi di chi era in rapporto di reciproco scambio con i vertici di Cosa nostra".
- La procura di Palermo ha indagato su Silvio Berlusconi e su Marcello Dell'Utri per concorso esterno in associazione mafiosa e riciclaggio di denaro sporco.
- Berlusconi e Dell’Utri hanno definito Vittorio Mangano un eroe, invece Mangano era un pluriomicida mafioso, ospite sotto mentite spoglie di stalliere alla villa di Berlusconi ad Arcore, dalla seguente fedina penale:
condanna in primo grado a due ergastoli, in due distinti giudizi per omicidi ed in uno anche per associazione mafiosa;
condanna definitiva al maxiprocesso di Palermo per traffico di stupefacenti;
condanna definitiva al processo Spatola per associazione a delinquere con la mafia;
condanna definitiva per false fatture e frode fiscale a 2 anni e 3 mesi.
- il 19 agosto del 1998 su La Padania, quotidiano della Lega Nord, vengono poste 10 domande a Berlusconi sulla provenienza del denaro, esprimendo il dubbio che si tratti di denaro sporco riciclato, con cui Berlusconi ha costruito il suo impero economico.
Per approfondimento si riportano di seguito i link di alcuni video su youtube:
La prova che Berlusconi è mafioso
Mangano eroe, Dell'Utri supereroe - Marco Travaglio
Spatuzza, il penultimo a parlare - Marco Travaglio
Marco Travaglio parla di Dell'Utri
Genchi, le stragi e la nascita di Forza Italia
Gioacchino Genchi: La genesi di Forza Italia
Verità che non tutti sanno: Berlusconi-Telefonate tra massoni-cospirazione
Che Berlusconi sia mafioso è ancora da provare sotto l'aspetto giuridico, ma che Berlusconi sia per niente affidabile e che nei suoi confronti non ci sia alcun complotto politico-giudiziario è già dimostrato.
Infatti, è accertato, dalla sentenza definitiva della Cassazione, che Mills è stato corrotto per testimoniare il falso nell'ambito di due processi in cui era imputato Silvio Berlusconi (il processo per corruzione alla Guardia di Finanza e il processo dei fondi neri di All Iberian) allo scopo di “tenere fuori da un mare di guai” Silvio Berlusconi.
E’ accertato che il giudice Metta è stato corrotto dai legali di Berlusconi per strappare la Mondadori a De Benedetti.
E’ accertato, dal processo All Iberian 1, il finanziamento illecito di 22 miliardi di lire al PSI, denaro partito da fondi occulti della Fininvest per finire nei conti svizzeri del PSI di Craxi.
E’ accertato che alcuni finanzieri sono stati corrotti per far chiudere loro tutti e due gli occhi sulle irregolarità riscontrate nelle verifiche fiscali presso le aziende di famiglia Berlusconi; Massimo Maria Berruti e Salvatore Sciascia, che lavoravano per il gruppo Fininvest e prima ancora erano ufficiali della Guardia di Finanza, sono stati condannati in via definitiva in tale processo relativo alle tangenti alla Guardia di Finanza e poi hanno fatto carriera politica entrando in parlamento col partito di Berlusconi.
09/08/10
LE DUE COSTITUZIONI DELL’ ITALIA 2010
di Umberto Baldocchi
Qualcuno finalmente si sta accorgendo che il conflitto Fini-Berlusconi rivela una realtà inquietante, ma anche chiarificante: il fatto che in Italia abbiamo a che fare non solo con due idee di democrazia ( quella plebiscitaria e quella parlamentare) ma addirittura con due Costituzioni in conflitto tra loro. Riflessione illuminante, bisognosa però di un ulteriore passaggio: quali sono davvero le Costituzioni in conflitto? Quella scritta e quella “materiale”, cioè quella che risponde al nuovo ordinamento materiale sorto dopo il 1993 e che ora attenderebbe di essere adeguato alla Costituzione formale? Se fosse così ci attenderebbe una ennesima stagione di bicamerali, inciuci “costituzionali”, ricerca delle “nuove regole”e via dicendo. E dietro l’angolo già si intravedono i baffetti di Massimo D’Alema. Sarebbe un incubo. In realtà il conflitto c’è,ma è ben altro. Il conflitto è piuttosto quello tra la Costituzione scritta e una sorta di “Costituzione virtuale” , affermatasi dopo il 1993, una “costituzione” in cui al centro c’è una sovranità del popolo, che è sì indiscutibile , ma solo perché fittizia e mitizzata. Il popolo non è “rappresentato”, ma “messo in scena” dai “rappresentanti” che egli crede di aver eletto,ma ha solo nominato. Gli Italiani non si accorgono ancora dell’equivoco perché ignorano, in gran numero, cosa è davvero una Costituzione. In gran numero credono che essa sia un instrument of government cioè un mezzo per governare meglio, per interiorizzare nei cittadini il rispetto delle leggi, non un frame of government, un limite al potere dei governanti, come vollero i padri fondatori degli USA. La “legalità” non appare, in questa costituzione “virtuale”, come un modo di organizzare, limitandoli, i poteri dello Stato sul cittadino, attraverso le regole fatte valere dagli organismi di garanzia ( giudiziaria e costituzionale), ma come quella finalità che meglio si manifesta nelle operazioni di ordine pubblico in cui si colpiscono i manovali della criminalità organizzata e i sicari di strada. Una criminalità illimitata, come una emergenza continua, del resto non può che richiedere un potere illimitato. In questo modo non si vede più il nesso tra criminalità organizzata, corruzione e arbitrio dei pubblici poteri. La “Costituzione” virtuale mira infatti ad assicurare sempre e solo il potere ( in teoria “del popolo”, in pratica dei suoi rappresentanti) sui cittadini, non a limitare il potere. Che senso avrebbe, infatti, in questo modo di pensare, limitare il potere se esso viene dal popolo? E’ ovvio, tutto questo non ha alcuna legittimazione giuridica, ma è la conseguenza della assenza di un liberalismo costituente alle origini dello Stato italiano e la dimostrazione che il costituzionalismo moderno non è ancora riuscito a radicarsi nella cultura civica diffusa. Questo senso comune invece – solo in apparenza moderno, in realtà arcaico - vive per forza d’inerzia come una tarda eredità delle Signorie e dei Principati, che trasformarono le libere repubbliche in dispotismi . I signori rinascimentali in teoria, miravano a superare i conflitti rafforzando il “decidere” e il “fare”, ma in pratica riuscirono solo a produrre corruzione e degrado nelle classi dirigenti e nel popolo e dipendenza dagli stranieri. Di qui le origini del drammatico declino italiano. La “Resurrezione” , il “Risorgimento”, come noto, vi fu, ma dovette attendere quattro secoli. Berlusconi comincia finalmente a esser considerato non la causa dei problemi , il fattore B. di cui gli Italiani si dovrebbero “sbarazzare” ( troppo facile il giochetto) , ma una cartina di tornasole, che ha messo alla luce un degrado che ha radici profonde. Il suo governo potrebbe a questo punto rivelarsi anche provvidenziale, o almeno utile ed istruttivo, oltre che costoso, per gli Italiani, se essi sapranno trarne insegnamento per capire meglio le carenze storiche del nostro sistema politico. Non è comunque più il tempo delle “nuove regole”. E’ finalmente arrivato il tempo delle “regole vere” della Repubblica. Quelle che neppure la prima fase della repubblica rispettava pienamente, ma almeno non travolgeva così spietatamente come è avvenuto nella smisurata orgia del potere che sta giungendo al suo epilogo.
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