Il 19 aprile si è tenuto, alle porte di Milano, il primo incontro di cui si abbia notizia in Italia tra il mondo dell’omeopatia ed un manipolo di curiosi blogger. L’invito è arrivato direttamente da Christian Boiron, presidente dell’omonimo gruppo industriale di prodotti omeopatici. Lo scopo dichiarato di questo inconsueto evento è stato quello di tentare di veicolare una corretta informazione circa l’omeopatia alla gente comune; chiarire i dubbi che circolano sul tema e anche fugare le false credenze. La scelta di interloquire con dei blogger e non con giornalisti patinati o medici incravattati è stata dettata proprio dalla volontà di comunicare il più possibile con persone normali usando uno stile di comunicazione più diretto e meno filtrato da coloro che generalmente detengono il potere di decidere cosa va divulgato e cosa no.
Il luogo scelto per ospitare questo singolare incontro è stato il laboratorio Boiron di Segrate (MI) e l’interlocutore che si è presentato ai blogger era un sorridente e informale Christian Boiron che, in un ottimo italiano, si è presentato in prima persona provando a far conoscere meglio il mondo dell’omeopatia.
L’omeopatia è la scienza medica che si basa sul così detto “principio di similitudine”; simile cura simile. La sua caratteristica è quindi quella di guarire utilizzando le sostanze "simili alla malattia" e non quelle "contrarie", una filosofia non distante da quella che ha ispirato la nascita e lo sviluppo dei vaccini.
Questo metodo di cura, da una parte tanto ben accolto e dall’altra strenuamente osteggiato, è finalmente stato presentato come quello che in realtà è; uno strumento in più a disposizione di chi vuole faticosamente riconquistare la propria salute. Non dunque un alternativa, neppure un rivale della consueta allopatia con cui siamo stati abituati a curarci, ma semplicemente un arma in più. Per giunta un arma priva di qualsiasi effetto collaterale.
Non si capisce dunque il perché di tanta foga che, soprattutto in Italia, ci si mette per osteggiare e denigrare questo metodo di cura. Qualcosa di buono c’è sicuramente se nel mondo, quotidianamente, più di 400.000 medici prescrivono medicinali omeopatici . In alcuni Stati, quali la vicina Francia, questo metodo di cura poi è accettato e disciplinato da leggi che ne prevedono anche la distribuzione assistita dei farmaci, al pari della medicina più ufficiale. Negli Stati Uniti si è andati anche oltre istituendo un apposita agenzia federale dotata di ogni potere e di un budget di oltre 100 milioni di dollari.
Non si capisce dunque il perché di tanta foga che, soprattutto in Italia, ci si mette per osteggiare e denigrare questo metodo di cura. Qualcosa di buono c’è sicuramente se nel mondo, quotidianamente, più di 400.000 medici prescrivono medicinali omeopatici . In alcuni Stati, quali la vicina Francia, questo metodo di cura poi è accettato e disciplinato da leggi che ne prevedono anche la distribuzione assistita dei farmaci, al pari della medicina più ufficiale. Negli Stati Uniti si è andati anche oltre istituendo un apposita agenzia federale dotata di ogni potere e di un budget di oltre 100 milioni di dollari.
Eppure anche in Italia questo metodo di cura si è molto diffuso, nonostante le barriere mentali che si sono volute costruire a priori. Nel nostro bel Paese sono 30.000 i medici che giornalmente prescrivono medicinali omeopatici e si contano oltre 15.000 medici esperti che hanno voluto approfondire gli studi in merito. D'altronde negli ultimi 15 anni un gran numero di lavori scientifici sono stati concordi nel riconoscere l’efficacia terapeutica dell’omeopatia e numerose sono le pubblicazioni in merito, anche su prestigiose riviste scientifiche non legate a mondo dell’omeopatia (ad esempio il Lancet, British Medical Journal, British Journal of Clinical Pharmacology, Human Toxico-logy, European J of Pharmacology, International J of Neurosciences, Microvascular Research, Nature, Rheumatologia, e altri ancora). Uno studio effettuato nel 2006 è arrivato a dimostrare l’esistenza sui linfociti umani di recettori specifici per i principali rimedi omeopatici alle diluizioni omeopatiche. Addirittura già 14 anni fa una specifica commissione istituita dalla Comunità Europea ha pubblicato un rapporto in cui si giungeva alla inequivocabile conclusione che il numero dei risultati positivi era statisticamente significativo e non poteva essere imputato al caso o all’”effetto placebo”. Ma sono degli ultimi anni i test scientifici più decisivi; 14 studi sulle allergie; 20 sull'apparato osteo-muscolare; 11 sull'apparato gastroenterico; 29 sull'apparato respiratorio; 10 sulla profilassi post chirurgica; 7 sulla dermatologia; 8 sull'apparato circolatorio e sulla coagulazione; 13 su ginecologia e ostetricia; 5 sul metabolismo; 13 sulla neurologia ed altri in vitro. Tutti questi studi hanno dimostrato la superiorità indiscussa dell’effetto omeopatico rispetto all’effetto placebo e risultati farmacologici analoghi, se non addirittura superiori, al corrispondente farmaco allopatico.
E allora perché tutte queste resistenze? Forse perché i principi omeopatici sono presenti nei medicamenti non in dose massicce ma in quantità infinitesimali? Se fosse così non bisognerebbe dirlo al CERN (European Organization for Nuclear Research), il più grande laboratorio al mondo di fisica che da molti anni impiega soldi e fatica a dimostrare l’esistenza di particelle talmente piccole da non essere ancora riuscite ad essere isolate ed identificate nonostante la loro azione sia dimostrabile in laboratorio. Il medesimo discorso lo si può proporre per l’omeopatia: i risultati ci sono e sono inconfutabili ma la nostra tecnologia non è riuscita ancora ad individuare l’esatto meccanismo con cui questi rimedi funzionano. E funzionano addirittura senza provocare effetto indesiderato alcuno.
Dunque le prove a favore dell’omeopatia nella letteratura scientifica sono presenti ma purtroppo vengono ignorate. Il dubbio che tutto questo osteggiare l’omeopatia derivi da atteggiamenti pregiudiziali e interessi economici che vanno ben al di la della ricerca della salute sembra dunque lecito. Obiettivamente, non ci si spiega altrimenti queste resistenze.
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Dunque le prove a favore dell’omeopatia nella letteratura scientifica sono presenti ma purtroppo vengono ignorate. Il dubbio che tutto questo osteggiare l’omeopatia derivi da atteggiamenti pregiudiziali e interessi economici che vanno ben al di la della ricerca della salute sembra dunque lecito. Obiettivamente, non ci si spiega altrimenti queste resistenze.