Negli ultimi tempi si è tornati a parlare dei fatti avvenuti durante il G8 di Genova nel 2001 e che hanno portato alla morte del giovane Carlo Giuliani. L'occasione ci è data dalla sentenza emessa dalla Corte Europea dei Diritti dell'Uomo sulla vicenda. Una vicenda triste e dolorosa ricordata tra le più drammatiche avvenute in Italia.
Ma prima di commentare l'attualità proviamo a ricordare i fatti.
18 19 20 luglio del 2001 si è svolto a Genova il vertice dei G8, tutto era stato preparato curando anche i particolari; era fondamentale per la diplomazia italiana offrire sul palcoscenico internazionale l'immagine di un paese impeccabile, quasi da cartolina.
Erano state predisposte finte facciate a coprire gli edifici vecchi e scrostati, limoni finti sugli alberelli, fu vietato stendere i panni alle finestre, i tombini erano stati sigillati, poste grate e cancelli per delimitare la zona rossa, furono distribuiti agli abitanti pass che gli consentissero di tornare a casa loro la sera, furono autorizzati controlli e perquisizioni nelle case dei cittadini, i negozi erano blindati, erano stati rimossi i cestini della spazzatura.
Colpevolmente però i cassonetti dell'immondizia furono incredibilmente dimenticati e furono lasciati lungo le strade.
Nel porto erano predisposte mine anti-sottomarino e missili , era stato ordinato il blocco aereo, sospeso il trattato di Shenghen, gli elicotteri sorvolavano costantemente la città.
8 presidenti in riunione
300.000 uomini per garantire l'ordine pubblico
8 docce di decontaminazione predisposte in ospedale
560 feriti
301 arrestati o fermati
e un morto CARLO GIULIANI
Il 20 luglio era la 12° brigata carabinieri "Sicilia" ad essere scesa in strada per garantire l'ordine pubblico. La tensione era molto alta, da parte delle forze dell'ordine come tra i manifestanti.
A seguito della vicenda Mario Placanica fu indagato per omicidio. Il procedimento si concluse il 5 maggio 2003 con l'archiviazione. Il giudice affermò che il colpo che uccise Carlo Giuliani fù sparato verso l'alto e deviato da un sasso scagliato da un altro manifestante. L'investimento con il mezzo di servizio invece venne giustificato dalla necessità della fuga.
La famiglia Giuliani fa appello presso la Corte Europea dei diritti dell'uomo che il 25 agosto 2009 emette la sua sentenza.
E' qui che la realtà dei fatti comincia a discostarsi dall'interpretazione che ne viene data dai media italiani. L'informazione che viene riportata infatti risulta essere funzionale a non far emergere le reali responsabilità che la sentenza invece indica.
I giornali di quei giorni titolano:
- Per la Corte europea Carlo Giuliani fu ucciso per «legittima difesa»
- Il caso Carlo Giuliani chiuso a Strasburgo
Tutto notizie vere, tutte notizie parziali. Si assiste alla manipolazione e al travisamento della realtà. Viene mantenuta ai margini la restante, preponderante, parte della sentenza emessa.
La Corte europea dei diritti dell’uomo infatti ha condannato l’ Italia
- per inadempimenti nell’indagine sulla morte di Carlo Giuliani
- per aver violato il diritto alla vita
- per aver infranto il divieto ai trattamenti inumani
- per aver negato il diritto ad un processo equo
I giudici europei hanno ritenuto che l’Italia non avesse “rispettato gli obblighi di procedura”. L’ autopsia non è stata risolutiva per tutti i dubbi che avrebbe dovuto chiarire, nonostante ciò la Procura autorizzò la cremazione del ragazzo, addirittura ancor prima di avere i risultati autoptici impedendo così ulteriori esami che avrebbero potuto essere chiarificatori.
I giudici deplorano il fatto che l’indagine interna si è limitata a determinare le responsabilità degli attori immediati senza cercare di far luce su eventuali debolezze nella pianificazione e gestione delle operazioni di mantenimento dell’ordine pubblico.
La Corte Europea dei diritti dell'uomo ha rilevato che l’inchiesta non spiega le ragioni per cui Mario Placanica, che era stato ritenuto dai suoi superiori incapace di proseguire il suo servizio dato lo stato psichico già prima del tragico evento sia stato lasciato in possesso di una pistola carica e collocato in una jeep priva di protezione e isolata dal plotone che aveva seguito.
La Corte considera che l’inchiesta avrebbe dovuto valutare anche gli aspetti dell’organizzazione e della gestione dell’ordine pubblico poiché c’è uno stretto legame tra il colpo mortale e la situazione nella quale si è ritrovato Mario Placanica.
L’inchiesta dunque viene ritenuta inadeguata, non ha ricercato le persone responsabili di aver permesso il realizzarsi della situazione che ha dato origine poi a tutti i disordini.
In poche parole la Corte Europea dei diritti dell'uomo afferma che si Placanica agì per legittima difesa ma aggiunge che la responsabilità dell'accaduto è da ricercarsi in chi dirigeva le operazioni nella piazza. A questo corrispondono ovvie responsabilità politiche e della gestione dell’ordine pubblico che si sono tradotte non solo nell'omicidio di Carlo Giuliani ma anche nelle violenze avvenute in strada, a Bolzaneto, alla Diaz.
Non a caso Amnesty International, nel suo rapporto sui fatti di Genova, parla di
"una violazione dei diritti umani di proporzioni mai viste in Europa nella storia recente" .
Ma tutto questo, in Italia, non si dice.
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