28/09/09





Italia radioattiva


Il problema del trattamento e del deposito delle scorie radioattive è una delle questioni più critiche per l'industria nucleare. Il procedimento di fissione o di fusione produce residui ad elevata radioattività che rimangono estremamente pericolosi per lunghissimi periodi. Giusto per avere un idea di quanto tempo impiega il materiale radioattivo a diventare innocuo si può citare il plutonio con i suoi 241mila anni, o l'uranio 238 con 4,5 miliardi di anni.
Ad oggi soluzioni realmente definitive non sono ancora state trovate.

In Italia le installazioni che ospitano stabilmente materiale nucleare sono a:

Garigliano (Caserta), dove è in funzione un impianto per il recupero di scorie. Questa località è già stata teatro di  due gravi incidenti nucleari; nel 1964 in cui si sfiorò la strage per un guasto al sistema di spegnimento del reattore e nel 1969 in cui vi furono sette arresti consecutivi per guasti di varia natura.

Latina, nel 1969 si èa già andati vicino alla catastrofe a causa di ripetuti arresti alla centrale per mancata alimentazione alla strumentazione.

Casaccia (Roma), è la località che ospita ad oggi la quantità maggiore di materiale radioattivo. Nel 1974 si ruppe un recipiente contenente plutonio, nessuna altra notizia trapelò circa l'incidente che rimane ancora avvolto dal mistero. Nel 2006 è avvenuta nuovamente una fuoriuscita di plutonio che ha contaminato sei persone, l'incidente è stato ammesso con quattro mesi di ritardo.

Trino (Vercelli), qui si trovano 128 tonnellate di combustibile irraggiato. Nel 1967 una guaina d'acciaio di una barra di combustibile si fessurò e per i tre anni seguenti la centrale ha scaricato nelle acque del fiume Po il trizio radioattivo.

Saluggia (Vercelli), è il luogo dove sono concentrati i rifiuti a più alto tasso di radioattività, alloggiano in una vasca del reattore di ricerca Avogadro. Oltre a rappresentare il sito più pericoloso in quanto tipo di materiale stoccato, Saluggia è anche una località a rischio idrogeologico; sorge sulle sponde della Dora Baltea, un fiume che non è nuovo a piene o esondazioni, ed è posto sopra alla più importante falda acquifera del Piemonte.

Caorso (Piacenza), dove si trovano 200 tonnellate di combustibile irraggiato. Nel maggio 1978 si ebbero fughe di materiale radioattivo a causa di tubi mal progettati.

Rotondella (Matera) dove si trovano 2,3 metri cubi di rifiuti che non sono mai stati messi in sicurezza, circa 3 metri cubi di uranio e torio, 14 container di rifiuti biomedicali e 64 fusti di combustibile irraggiato. Da cinquant'anni Rotondella è sede dell’unico cimitero di rifiuti nucleari esistente in Italia che consiste in quattro fosse in cui è stipato cobalto 60, cesio e altri radionuclidi per una somma di circa 100 curie di contaminazione. L'unica barriera che divide i rifiuti lì stoccati e l'ambiente circostante è rappresentato da uno strato di bitume.
Se non si farà nulla per la messa in protezione è qui che a breve avverrà il prossimo disastro nucleare.

Poi c'è Montecuccolino (Bologna), Boscomarengo (Alessandria), Ispra (Varese), Milano, Pavia, Legnaro (Padova), Palermo e Pisa (che è coperta da segreto militare). A queste località “istituzionali” vanno aggiunti i depositi privati di Milano, Como, Taranto, Foggia, Alessandria, Palermo, Vicenza, Udine; una moltitudine di altre località non catalogate poiché il materiale radioattivo ha esclusivamente scopi industriali e moltissimi stazionamenti militari NATO.

Tutto questo per la modica somma di qualcosina più di 30.000 tonnellate di scorie tossiche/radioattive disseminate lungo il nostro bel paese ... siamo seduti comodamente su una bomba atomica innescata, pronta ad esplodere al primo inconveniente che si dovesse presentare.



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2 commenti:

  1. Garigliano non è la località ma il fiume, centrale del Garigliano. La località è Sessa Aurunca (Ce)

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  2. Centrale Nucleare del Garigliano,un mostro che genera mostri. Intervista all'avv.Marcantonio Tibaldi che illustra foto di animali e i dati statistici
    http://www.youtube.com/watch?v=eMCyD8sPXR4

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