27/05/10

L’ASSOCIAZIONE NAZIONALE MAGISTRATI DA BATTAGLIA ALLA MANOVRA ECONOMICA DEL GOVERNO


Proclamato lo stato di agitazione dei magistrati. Di seguito il comunicato ufficiale:

La manovra economica del Governo contiene misure inaccettabili per i magistrati e per il funzionamento del sistema giudiziario.
Le retribuzioni dei magistrati vengono colpite tre volte, con il blocco dei meccanismi di progressione economica, con il blocco dell’adeguamento alla dinamica dei contratti pubblici e, addirittura, con un prelievo forzoso sugli stipendi.
Si tratta di interventi incostituzionali e palesemente punitivi nei confronti dei magistrati.
Va ricordato che la nostra progressione economica non è un automatismo, ma è vincolata a periodiche valutazioni di professionalità, e che l’adeguamento triennale rappresenta solo una modalità di allineamento, per giunta ex post, della retribuzione dei magistrati alla media degli aumenti già conseguiti dal personale pubblico contrattualizzato, peraltro con l’esclusione dal calcolo di significative voci retributive dei dirigenti pubblici (che sono quelle, sia detto per inciso, che hanno maggiormente determinato l’aumento della spesa del settore negli ultimi anni).
Sul punto la Corte Costituzionale ha ribadito che tale meccanismo rappresenta l’attuazione del precetto costituzionale dell'indipendenza dei magistrati (sent. n. 42 del 1993), che va salvaguardato anche sotto il profilo economico (sent. n. 1 del 1978), evitando, tra l'altro, che siano costretti a periodiche rivendicazioni nei confronti di altri poteri (sentenza n. 238 del 1990).
Un intervento di questa natura incide, quindi, profondamente sullo status giuridico dei magistrati e sulla loro collocazione istituzionale di autonomia e indipendenza.
E’ del tutto evidente, infine, l’incostituzionalità della disposizione con la quale si opera una decurtazione secca del trattamento economico, per la palese violazione dei principi di eguaglianza e di progressività del sistema fiscale che deriva dalla introduzione di una imposta fissa a carico esclusivamente dei dipendenti pubblici.
Queste misure, peraltro, si inseriscono in un clima di costante aggressione da parte di esponenti politici e istituzionali nei confronti della magistratura, accompagnata da una campagna mediatica di delegittimazione dei magistrati, dipinti come fannulloni strapagati e politicizzati, e da interventi legislativi dichiaratamente finalizzati ad impedire lo svolgimento delle indagini e dei processi.
In una situazione di drammatica crisi di funzionamento della giustizia, la manovra colpisce pesantemente il sistema giudiziario.
Il personale amministrativo, da anni in attesa di una necessaria riqualificazione, viene ancora mortificato e svilito, con il blocco dei contratti, la proroga del divieto di nuove assunzioni, e una ulteriore riduzione del 10% degli stanziamenti per il funzionamento degli uffici.
I magistrati hanno il dovere di denunciare i rischi per la indipendenza della magistratura e per la funzionalità del servizio giudiziario derivanti da una manovra iniqua, sperequata e incostituzionale.
La Giunta esecutiva Centrale dell’Associazione Nazionale Magistrati proclama pertanto lo stato di agitazione e si riserva di proporre al CDC convocato per il 29 maggio 2010 immediate iniziative di protesta.

Roma, 26 maggio 2010
La Giunta Esecutiva Centrale 






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