E' troppo facile delegare rappresentanti a decidere al nostro posto e in seguito, se questi ci deludono profondamente, limitarsi a brontolare. Questo è un atteggiamento da bimbi capricciosi che sbattono i piedini di fronte alla necessità di assumersi le proprie responsabilità.
E' ora che il popolo italiano dimostri di essere diventato adulto. Le notizie che ogni giorno ci investono cominciano a delinearne l'esigenza e l'urgenza.
Il presidente dell'Assemblea Costituente nel 1947, Umberto Terraccini, prima di iniziare a descrivere i principi che hanno ispirato la costituzione, ci ha investito di una responsabilità della quale ora non possiamo sbarazzarci tanto facilmente, a noi popolo italiano è stata affidata la Costituzione Italiana perché ne diventassimo severi custodi e disciplinati realizzatori.
Per chi non si riconosce più in questa strana Italia dove le virtù in cui siamo stati cresciuti, oggi sembrano solo orpelli che ostacolano il disinvolto svolgersi della quotidianità, è il momento di rimboccarsi le maniche e ristabilire l'ordine che ci è stato affidato.
Piero Calamandrei aggiunse che la costituzione italiana è nata ovunque un Italiano è morto per riscattare la libertà e la dignità di cui fino abbiamo goduto. Oggi questi valori vengono calpestati in continuazione.
E' ora che ci facciamo carico delle nostre responsabilità.
E' una tecnica in uso da molto tempo quella di mantenere un popolo nell'ignoranza per poter meglio esercitare il dominio dei pochi sulla massa senza che questa si ribelli.
E' mia ferma convinzione che l'arma più potente di cui ci possiamo dotare per mantenerci liberi dal giogo di una dittatura, i cui presupposti stanno minacciosamente prendendo forma, è la conoscenza.
La costituzione, che oggi vediamo in continuazione violentata, è stata scritta affinché fosse la base di uno Stato democratico. Sarebbe un bene per lo sviluppo di una coscienza civica collettiva che ogni abitante dell'Italia conoscesse i principi che la costituzione stessa sancisce.
La nostra Costituzione così recita:
Art. 2:
La Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell'uomo, sia come singolo sia nelle formazioni sociali ove si svolge la sua personalità, e richiede l'adempimento dei doveri inderogabili di solidarietà politica, economica e sociale.
Si fa dunque riferimento alla Dichiarazione Universale dei Diritti dell'Uomo
Art. 3 comma I:
Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali.
Non si fa menzione specificatamente ai “cittadini italiani” ma ci si riferisce più genericamente ai cittadini intesi come collettività. E' su questo articolo che si basa il convincimento che la legge deve essere inderogabilmente e senza eccezioni UGUALE PER TUTTI.
Art. 10:
L'ordinamento giuridico italiano si conforma alle norme del diritto internazionale generalmente riconosciute. La condizione giuridica dello straniero è regolata dalla legge in conformità delle norme e dei trattati internazionali. Lo straniero, al quale sia impedito nel suo paese l'effettivo esercizio delle libertà democratiche garantite dalla Costituzione italiana, ha diritto d'asilo nel territorio della Repubblica secondo le condizioni stabilite dalla legge. Non è ammessa l'estradizione dello straniero per reati politici.
E con questo articolo si vuole sancire la sacralità dei diritti che riteniamo fondamentali, non solo per i cittadini italiani ma per chiunque si trovi su suolo italiano.
La Dichiarazione Universale dei Diritti dell'Uomo inoltre sancisce che:
Art. 1:
Tutti gli esseri umani nascono liberi ed eguali in dignità e diritti. Essi sono dotati di ragione di coscienza e devono agire gli uni verso gli altri in spirito di fratellanza.
Art. 2:
Ad ogni individuo spettano tutti i diritti e tutte le libertà enunciati nella presente Dichiarazione, senza distinzione alcuna, per ragioni di razza, di colore, di sesso, di lingua, di religione, di opinione politica o di altro genere, di origine nazionale o sociale, di ricchezza, di nascita o di altra condizione.
Art. 7:
Tutti sono eguali dinanzi alla legge e hanno diritto, senza alcuna discriminazione, ad un'eguale tutela da parte della legge.
Non sono passati troppi anni da che il dolore patito e il sangue versato per il non rispetto di questi precetti è stato pagato da noi. Troppo in fretta abbiamo dimenticato le vergogne di cui ci siamo macchiati durante la Seconda Guerra Mondiale.
La xenofobia è tornata a presentarsi alle nostre porte nascondendosi dietro la maschera di una garanzia d sicurezza liberticida.
Rialziamo la testa, riconquistiamo il nostro onore e sbattiamole la porta in faccia urlando un sonoro NO.
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05/07/09
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