Quando parliamo di pedofilia on-line ci riferiamo ad adulti che utilizzano la rete per incontrare altri pedofili e scambiarsi informazioni e/o materiale pedo-pornografico. Non c'è dubbio che si tratti di un crimine contro l’umanità anche se ufficialmente non è ancora stato riconosciuto come tale.
In Europa questo meschino mercato è in fase di grossa espansione, se nel 2003 il materiale pedofilo proveniente dall'Europa rappresentava il 17 % del totale, nel 2009 è passato ad essere l'87 % e il trend è in continua crescita.
La classifica dei paesi che fanno maggiore consumo di pedofilia on line è questa:
1.Germania
2.Stati Uniti
3.Russia
4.Regno Unito
5.Italia
6.Canada
7.Francia
8.Giappone
Il G8 al gran completo, la parte che si vuole definire “progredita” del mondo, assorbe circa i due terzi degli scambi mondiali di questo disgustoso commercio.
Sono oltre 40 mila i bambini vittime della pedofilia on line, il 42 % di essi hanno meno di sette anni e l’89 % ne ha meno di dodici. Si è riusciti a identificare e sottrarre a questo mondo di sevizie meno del 1 % dei bimbi. A Lione (Francia) esiste un quartier generale dell’Interpol in cui si sta discutendo come istituire la banca dati dei bambini che sono ritratti nei siti pedofili per tentare di riconoscerli e aiutarli. Per la normativa italiana sulla privacy questa banca dati da noi non può essere fatta; esiste il book dei ladri, dei rapinatori, degli stupratori, ma non esiste e non può essere creata la banca dati dei volti dei bambini abusati in rete e che è priorità di ognuno tentare di salvare.
In Italia la tematica della pedofilia on line viene difficilmente affrontata e spesse volte non è neppure chiaro di cosa si tratti realmente, non abbiamo ancora dimostrato la cultura e la sensibilità necessaria per affrontare degnamente questo atroce crimine; anche le istituzioni non si sono dimostrate sensibili a sufficienza, non è chiaro infatti il motivo per cui in Italia la lotta alla pedofilia on line debba essere demandata solo alla Polizia Postale che rappresenta meno del 10% delle forze disponibili.
Negli ultimi sei anni in Italia sono stati rilevati più di 700 siti pedo-pornografici e i consumatori italiani sono in progressiva crescita. Se nel 2003 i fruitori italiani di uno dei più miserabili mercati che esistano rappresentavano il 2,2 % del totale mondiale, oggi sono quasi triplicati arrivando a rappresentare il 6,2 % del complessivo.
Per contrastare questa tendenza si è fatto troppo poco e, secondo gli esperti, nella direzione sbagliata. Da noi si tende a confondere la pedofilia on-line con l'adescamento di minori tramite chat line, questo errore di fondo fa si che le azioni intraprese non scalfiscano il problema e distolgano l'attenzione dal crimine specifico. La così detta black list creata dalla Polizia Postale si è rivelata essere uno strumento assolutamente inefficace ed obsoleto se confrontato con i mezzi all'avanguardia che questo miliardario mercato dispone per la sua diffusione. Al 31 dicembre 2008 i provider italiani riuscivano a filtrare soltanto lo 0,88 % dei materiali pedofili presenti in rete.
Pensare di riuscire a bloccare totalmente i siti in rete è d'altronde un obiettivo non realizzabile, l'attenzione dovrebbe invece essere rivolta innanzitutto ai bambini, identificarli e sottrarli ai delinquenti il più velocemente possibile; poi a scoraggiare seriamente la domanda, per le leggi del mercato se non esistesse più domanda si annullerebbe anche l'offerta, bisognerebbe perseguire e punire gli utilizzatori di foto e filmati in maniera molto severa.
Purtroppo sappiamo che questo mercato è formalmente illegale ma di fatto libero e che con una carta di credito ci si può collegare ad un sito posto in una qualsiasi parte del mondo e ottenere tutti i video e le foto che si cercano.
DATI TRATTI DALLA RELAZIONE 2009 AL PARLAMENTO DEL TELEFONO ARCOBALENO
Articoli correlati:
I bigotti e la pedofilia, complici
Forse, a questo meraviglioso post manca una cosa. Credo che un metodo per ridurre, non sconfiggere definitivamente, la pedofilia sia anche il 'recupero' dei pedofili attraverso la comprensione e la cura dei loro problemi psichici, perché anche di questo stiamo parlando. Non ultimo un provvedimento all'interno della Chiesa per l'autorizzazione al matrimonio dei preti.
RispondiEliminaHai ragione, ci sarebbe ancora tanto e tanto da dire e ragionare attorno questo problema. Non capisco se per falso pudore, vergogna o tabù ma se ne parla ancora troppo poco nonostante stia diventando una piaga che cresce costabtemente
RispondiEliminaNon sono d’accordo. L'ipocrisia che regna in tutti noi quando parliamo di pedofilia (ed ancora di più in quella presente in rete - che è moltissima) ci fa dimenticare che esistono molte persone che si impegnano quotidianamente in questo campo; come, diffondendo cultura informazione e formazione nell'uso corretto delle nuove tecnologie di comunicazione, rendendo pubblici i problemi ed i pericoli sia ai minori che agli educatori.
RispondiElimina