03/02/10

VENDITA ALL'ASTA DEI BENI MAFIOSI

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All'interno delle legge finanziaria 2010 “ Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato” è stata introdotta una controversa disposizione. Esattamente all'art. 2, comma 47, si stabilisce che i beni sequestrati alla mafia possano venir messi all’asta se non si trovi entro breve termine (90 o 180 giorni, la legge non è chiara a riguardo) l'attività sociale a cui avviarli. Sempre secondo la norma l'ente preposto a sovraintendere a questa delicata operazione è l'ufficio del territorio dell’agenzia del demanio.
Fin da principio questa disposizione nasce monca in quanto totalmente mancante del necessario parere del commissario straordinario sui beni e dei prefetti, ma anche la sua efficacia è assai discutibile.

Senza andare troppo lontani nel tempo per cercare casi esplicativi della pericolosità di una tale azione basta ricordare che il sequestro dei beni del clan dei casalesi da poco avvenuto ha riguardato per intero beni entrati in possesso dei criminali a seguito di assegnazione in aste giudiziarie. Simili situazioni non sono rare a verificarsi, la 'ndrangheta è usa acquistare praticamente tutti i suoi beni attraverso i tribunali fallimentari.
Tutto questo già avviene nonostante le aste giudiziarie siano sottoposte a controlli da parte di organi competenti, figuriamoci cosa potrà succedere quando un patrimonio gestito fino al giorno prima direttamente dalla mafia viene messo all'asta sotto la sola supervisione di un ente fiscale come l’agenzia del demanio.
Non di secondaria importanza è l'aspetto che un onesto acquirente può sentirsi scoraggiato nel concorrere ad un asta per acquistare un bene che è o è stato oggetto di interesse da parte di poteri mafiosi in un territorio evidentemente sotto controllo di questi.

Siamo seri, chi si presenterà a quelle aste? Prestanome, questa è l'unica risposta logica da darsi.

Sembra proprio che questa norma sia tesa solo a reperire nuovi fondi, qualsiasi sia la provenienza, trascurando completamente l'impatto che questa disposizione può avere sulla riaffermazione della supremazia mafiosa nel territorio.



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