26/12/09





CHI E' IL GENERALE ANTONINO SUBRANNI



Ai più è conosciuto come il comandante del Ros dell’arma dei carabinieri, superiore di Mario Mori e Giuseppe De Donno all'epoca delle stragi mafiose del 1992/1993; ma recenti rivelazioni dipingono un quadro differente, più dettagliato ed inquietante.

Innanzitutto è bene ricordare come Subranni nel 1978 ricopriva la carica di comandante del reparto operativo del gruppo carabinieri di Palermo che guidò le indagini sull’omicidio di Giuseppe Impastato. Fu proprio lui ad avvallare la falsa ipotesi secondo la quale Impastato il 9 maggio 1978 rimase ucciso mentre tentava di compiere un attentato dinamitardo alla ferrovia, depistando le indagini ed allontanandole dalla verità che emerse più tardi e che dimostra come l'omicidio di Peppino fu ordinato dal boss di Cinisi Gaetano Badalamenti proprio a causa del coraggioso impegno del ragazzo nel voler combattere la mafia.
Purtroppo, a seguito di una deplorevole consuetudine tutta italiana, questo non impedì a Subranni nel 1990 di essere promosso a comandante del raggruppamento operativo speciale dell'arma, i Ros.
Ad oggi Subranni è indagato dalla procura distrettuale antimafia della Repubblica di Palermo per il favoreggiamento della latitanza del capomafia Bernardo Provenzano e pesanti indizi fanno credere che sia stato a conoscenza della trattativa tra stato e cosa nostra che si suppone venne condotta da Mori e De Donno.
In una dichiarazione, ora segretata, resa davanti ai magistrati di Caltanisetta viene dichiarato che Paolo Borsellino, pochi giorni prima di venir ucciso, affermò “il generale Subranni è punciutu" che nel linguaggio utilizzato dalla mafia sta a significare che il comandante appartiene a cosa nostra.
Anche Massimo Ciancimino, figlio del mafioso ex sindaco di Palermo Vito Ciancimino, afferma che a suo padre il generale Subranni venne indicato come referente di Mori e De Donno nella trattativa tra stato e cosa nostra.

Questi eventi del passato si legano a episodi dei giorni nostri.

Angelino Alfano, attuale ministro della giustizia e probabile delfino del premier Berlusconi, è stato indicato da alcuni pentiti, tra cui i più espliciti sono il boss Giovanni Alongi e Ignazio Gagliardo, come il beneficiario di “aiuti elettorali mafiosi” in quanto il padre, anch'esso politico, avrebbe chiesto di dirottare su di lui i voti di alcuni clan. Il ministro ha designato come capo dell'ufficio stampa nonché suo portavoce ufficiale Danila Subranni, figlia di Antonino Subranni, permettendo così che dubbi di continuità mafiosa si addensino sul parlamento italiano.



1 commento: