21/12/09





LA POLITICA COMINCIA A TEMERE LA GENTE



Richard Allan, responsabile europeo del celebre social network facebook, ha scritto una lettera a Renato Schifani, presidente del senato che negli ultimi giorni si è profuso in dichiarazioni di guerra al web ritenendolo un covo di terroristi. Allen nella lettera si è dichiarato disponibile ad agire in accordo con il ministro a partire da questo martedì 22 dicembre anche se a dire il vero un'azione pratica deve essere già stata intrapresa in quanto è dal giorno seguente l'aggressione a Berlusconi che sul social network accadono cose strane. Non sono rare le segnalazioni di gruppi con migliaia di aderenti, fondati anche precedentemente al giorno zero dell'anno della beatificazione di Berlusconi (il 13 dicembre 2009 appunto) che spariscono misteriosamente o che cambiano di amministrazione e ragione senza che nessuno sembri intervenire attivamente.
Ma ufficialmente nessuno ha mai agito … ancora.
Oggi viene reso noto il disegno legge presentato dal senatore Raffaele Lauro (Pdl) che prevede una pena detentiva da tre a dodici anni per il reato di “istigazione ed apologia dei delitti contro la vita e l’incolumità della persona”. Fino a qui nulla da eccepire nel giudicare biasimevole un incitamento alla brutalità anche se è impossibile non notare quanto sia sproporzionata la pena in un paese in cui la violenza sessuale è punita in base all'art. 609-bis del codice penale con la reclusione da 5 a 10 anni. I dubbi sulla reale motivazione che ha spinto il senatore Lauro sorgono per l'aggiunta di un piccolo comma che stravolge la lettura e che prevede l'inasprimento della pena in caso il reato venga perpetuato a mezzo internet o telefono. Sempre il senatore Lauro ha presentato una mozione per discutere degli effetti ritenuti “perversi” dell'abuso di utilizzo del telefono cellulare.

Sembra che i nostri politici siano assolutamente terrorizzati all'idea che la gente comune comunichi, più che sul contenuto della comunicazione.
Se questa assurda legge dovesse trovare avallo diverrà più grave affermare “voglio picchiare Tizio” attraverso il proprio spazio su facebook piuttosto che scriverlo a lettere cubitali sulla prima pagina del quotidiano a maggior tiratura nazionale.
Quello che forse sfugge, o peggio quello che precisamente si è capito, è che l'antico agorà, la piazza dove i cittadini si riunivano per discutere le sorti dello Stato, oggi corre sui cavi e che internet è diventato il luogo della democrazia per antonomasia dove si creano numerose relazioni interpersonali, si discute, ci si confronta tra tutti (ahimè sciocchi inclusi) e si cominciano anche a prendere timidamente le prime decisioni di iniziativa popolare.
Si sta diffondendo nella classe politica una nuova forma di agorafobia intesa come la paura di una piazza aperta e frequentata dal popolo.



5 commenti:

  1. rifettevo appunto in questi giorni sulla potenzialità dei social network, non credo che abbia esagerato il prode presidente del senato a definirre Facebook più pericoloso dei gruppi eversivi degli anni 70, lui non ha capito fino in fondo la potenzialità intrinseca, ha avvertito solo una parte, una piccola parte della capacità di questo mezzo...ne ha paura, non conosce e quindi non capisce però ha paura e quindi meglio correre ai ripari, non si sa mai....

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  2. Il presidente del senato ha paventato solo l'aspetto che gli interessava, quello eversivo. Quindi ha visto solo quello che voleva; come capita sempre ai miopi, ai servitori beceri e non obiettivi.
    Bisogna capire che sebbene intelligenti questi personaggi, devono lavorare per proteggere il fondo schiena del datore di lavoro.
    Eulibio.

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  3. non Si scrive "avvallo"MA AVALLO.....

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  4. L'agorà ateniese era composta di poche decine di persone che decidevano sulla base delle loro emozioni e con poche informazioni alle spalle.
    Il WEB è un'agorà composto di centinaia di milioni di cittadini, ben informati e che hanno riflettuto a lungo sull'argomento di cui si discute.
    Il WEB li farà a pezzi nello spazio di pochi mesi e, quando raddoppierà il numero degli internauti, li ridurrà a degli omuncoli incapaci di articolar parola.
    Non per niente il sottotilo di "nostradamus", il mio blog, è "l'informazione li distruggerà.

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