13/12/09
GLI AFFARI SPORCHI DEL SISMI
Non sono pochi i casi controversi in cui si è trovato negli anni implicato il SISMI, il servizio segreto italiano per le informazioni e la sicurezza militare (dal 2007 sostituito dall'AISE), uno tra i tanti è rappresentato dall'opera di uomini appartenenti ai servizi segreti che per anni hanno sistematicamente raccolto, schedato e archiviato notizie relative a magistrati e giornalisti italiani.
Giornalisti e magistrati ricoprono ruoli molto differenti nella società ma entrambe le categorie hanno come cattivo vizio quella di indagare e di tentare sempre di trovare il bandolo della matassa nel groviglio di intrighi che spesso affiorano nel nostro panorama prima di essere velocemente rimessi a tacere nel caso qualche potere forte si sentisse osservato.
Grazie a questa poco chiara attività il generale Nicolò Pollari, ex direttore SISMI, è riuscito a mettere sotto la lente di ingrandimento ben 250 magistrati e numerosi giornalisti con il solo fine di trovare armi con cui ricattare, e quindi controllare, magistratura e mass media.
La procura della Repubblica ha fatto formale richiesta di informazioni circa questa attività direttamente agli uffici dei servizi segreti ma finora nessuna risposta degna è stata data confermando così che non siano stati i rami deviati a compiere questa attività ma sia stata una decisione presa dagli ufficiali in capo.
Nel 2002 i pubblici ministeri romani sequestrarono numerosi documenti che indicano come molti dei dati rilevati erano indirizzati a rivelare con anticipo se erano in cantiere iniziative mediatico giudiziarie in danno del presidente del consiglio Silvio Berlusconi, in alcuni degli atti sequestrati si trova scritto che bisognerebbe mettere in campo una forza atta a disarticolare la “struttura anti-Berlusconi” composta da magistrati e giornalisti. Nicolò Pollari e il suo braccio destro, l'ex funzionario SISMI Pio Pompa, negano da sempre queste accuse.
Un altro caso di condotta poco pulita del SISMI si è avuta durante il governo presieduto da Romano Prodi in cui venne posto il segreto di Stato sulla vicenda delle responsabilità che Pollari e il SISMI ebbero nel caso di extraordinary rendition (un modo cosmopolita per definire la poco onorevole pratica di cattura, deportazione e detenzione illegale di persone ritenute ostili dal governo) dell'Imam Hassan Mustafa Osama Nasr, noto come Abu Omar , impedendo ai giudici del tribunale di Milano di poter procedere alle indagini riconoscendo i veri responsabili del gesto.
E' utile ricordare che fu sempre Pollari al centro del “Nigergate” in cui sembra abbia contribuito a manipolare il dossier riguardante i rapporti tra Niger e Iraq poi consegnato alla CIA in cui si trovano le false informazioni riguardanti l'acquisizione da parte di Saddam Hussein di uranio nigeriano, notizie poi utilizzate dagli Stati Uniti per accreditare l'ipotesi, poi rivelatasi senza fondamento, che l'Iraq possedeva armi di distruzione di massa così autorizzare davanti al mondo l'utilizzo della forza che sfociò nella seconda guerra del Golfo. Nonostante tutte le evidenze in merito anche in questo caso si ha l'obbligo di usare il condizionale poiché la verità sulla vicenda deve essere accertata dal Copaco (comitato parlamentare di controllo sui servizi segreti), oggi Copasir (comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica), che ha l'obbligo della segretezza su ciò di cui viene a conoscenza, nulla da fare perciò per la sete di verità dei cittadini.
L'unica scia senza soluzione di continuità in questa storia è la sistematica scoperta di episodi di corruzione di uomini politici da parte dei capi dei servizi segreti, di intercettazioni abusive (perché a loro sono concesse) e di ricatti. Episodi sempre coperti, coscientemente o meno, dall'azione del governo.
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