07/01/10





Rubrica socio-economica: APPUNTI DI VIAGGIO – la terra di mezzo



Episodi analoghi a quello vissuto in Malesia l'ho sperimentato anche da parte di cinesi e indiani, e allora chi sono quelle persone di cui abbiamo tanta paura in Italia?
Possibile che in Asia la gente sia così gentile, dotata di grande curiosità, voglia di apprendimento e di relazionarsi e da noi invece queste persone stiano sempre chiuse all'interno delle loro comunità pronte ad aggredire il cittadino italiano? Forse quest'ultima situazione non è propria dell'etnia ma è indotta dalla legislazione italiana che favorisce il mercato di schiavi ridotti alla fame e non sostiene gli individui.
E' di schiavi che hanno bisogno i nostri imprenditori straccioni, di schiavi e di gente che infonda paura e terrore, esclusivamente per mantenere la loro posizione sociale.

La middle class cinese e’ molto presente nelle strutture ricettive dei paesi confinanti. Le loro sono attività ben gestite, anche di qualità, avviate in un paese straniero dove sono perfettamente integrati, sanno fare il loro mestiere e sono in possesso di una cultura media generalmente superiore al livello dei corrispettivi europei e americani.

Non mi meraviglia affatto che gli asiatici siano leader anche nel turismo e che l'Italia abbia perso il primato scendendo addirittura al 5° posto. Certo che quando si ha come ministro la Brambilla e il paese e’ pervaso dalla paura del prossimo, ulteriori retrocessioni saranno inevitabili.

La nostra autodistruzione ed il loro rampantismo sono due facce della stessa medaglia, fortemente connesse alla cultura dei popoli e a quel termine onnicomprensivo statunitense che ci parla di EDUCATIONAL.
Rimanendo in quest’ambito due semplici domande:
-         a chi viene insegnato il sapere?
-         è importante il numero delle persone che grazie alla cultura costituiranno l’ossatura mondiale degli anni a venire?
Sono due domande, ovviamente retoriche, la cui risposta si può riassumere in due parole: ETA’ e NUMERO.
In occidente questi concetti sono stati soppiantati da circa un ventennio a causa della denatalità e della robotizzazione. Siamo stati indotti a pensare che il ragazzo, l’uomo e la donna in formazione ed in crescita non servissero più, le macchine potevano lavorare per noi.
Innovazione e crescita culturale, pero’, sono imprescindibilmente legati alla giovane eta’ mentre da noi impera la gerontocrazia in tutti i settori della società.
Chi nell’ultimo decennio prima della più grossa crisi dal 1929 ad oggi avrebbe mai pensato che eta’ e numero sarebbero tornati ad essere temi fondamentali per il mondo?
Paesi come l’india sfornano 700.000 ingegneri informatici l’anno e hanno distretti tecnologici avanzatissimi, le università asiatiche sono ai primi posti nelle classifiche mondiali. Gli studenti si muovono e viaggiano, Air ASIA, la locale low cost, e’ molto più grande e popolare di Rynair. E' possibile incontrate studenti iraniani, che non hanno bisogno del visto in molti paesi asiatici, con cui discutere in maniera approfondita di politica internazionale.


Credendo abbastanza nella ciclicità della storia, bisogna ricordare che ai tempi del medio evo l'Asia era considerate una potenza mondiale e definita letteralmente “la terra di mezzo” perche’ li era la centralità del mondo.
Una statistica molto interessante, nel lunghissimo periodo, ci indica come nella parte asiatica del mondo la frequenza del fenomeno guerra (intesa come scontri civili e militari fra varie popolazioni) sia di 30 volte inferiore a quella occidentale.
Allora aggiungiamo una terza parola fondamentale a quelle già precedentemente espresse ovvero PACE.

Eta’, numero e pace le chiavi per tornare ad essere la terra di mezzo.


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