“Vietato l'ingresso ai cinesi che non conoscono l'italiano”
è la scritta riportata da un cartello apposto sulla vetrina di un negozio di Empoli (FI). Oltre al fatto, che potrebbe essere definito demente tanto è banale, che se una persona cinese che non sa parlare l'italiano passasse di li non comprenderebbe assolutamente un testo scritto unicamente in italiano e perciò lo ignorerebbe, rimane il fatto che sempre più spesso si rilevano in Italia atteggiamenti ottusi e xenofobi che hanno purtroppo già visto la luce nel recente passato del nostro Paese con le leggi razziste del fascismo o con l'infamia dell'apartheid in Sud Africa o, più lontano nel tempo, negli Stati Uniti.
Ad essere sinceri sono ormai stati oltrepassati i limiti, indecenti, del razzismo finendo nel girone dantesco dell'ignominia di un tentativo di re instaurazione della segregazione razziale. Sembra utile ricordare che questo reato contro l'umanità oltre che incostituzionale è anche stato proclamato crimine internazionale da una convenzione delle Nazioni Unite.
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